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Italia che inquina, nonostante l’energia costi di più le emissioni aumentano dell’8% nel 2021

L’Italia torna a crescere e ad inquinare

Leggi l’Analisi trimestrale dell’ENEA del sistema energetico italiano

L’uscita dal periodo più duro dell’emergenza sanitaria ha coinciso con l’aumento dei consumi energetici. Purtroppo i nuovi dati sulla pandemia di Covid-19 potrebbero obbligarci a rivedere le nostre strategie e anche le nostre aspettative sul futuro prossimo, ma è certo che da gennaio a ottobre di quest’anno, l’economia è ripartita e il Paese vede aumentare le emissioni inquinanti.

Abbiamo parlato per mesi e mesi di Piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR) di transizione ecologica ed energetica, di un’economia che deve diventare più sostenibile e con essa l’industria, ma è chiaro che allo stato attuale delle cose, si tratta di sfide e traguardi tutti ancora da affrontare, superare e raggiungere.

Secondo dati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), nel terzo trimestre dell’anno la domanda di energia ha registrato un incremento del +7% rispetto allo stesso periodo del 2020, sulla spinta del PIL (+3,9%) e della produzione industriale (+20,2%).

Di conseguenza, sono in aumento anche le emissioni inquinanti di CO2 (+4% circa) a causa del maggiore utilizzo di fonti fossili, soprattutto petrolio (+8%) e carbone (+25%).

Il tutto a fronte di un incremento notevole dei prezzi dell’energia, con i picchi storici del gas (+85% nel terzo trimestre sul trimestre precedente, +430% sul terzo trimestre 2020) e dell’elettricità (+67% e +194% rispettivamente, con un aumento superiore a quello degli altri paesi dell’Unione europea).

L’intervento del Governo, che ha stanziato (e lo farà ancora) risorse straordinarie per mitigare le bollette degli utilizzatori finali, cioè imprese e famiglie, non ha comunque potuto evitare nella seconda metà del 2021 un aumento del prezzo del gas per le famiglie del +40% su base annua e del +100% per le imprese.

Anche la bolletta della luce è lievitata del +50% sia per le famiglie, sia per le imprese.

Emissioni di CO2 in deciso aumento

Per rispondere prontamente a questo aumento di domanda di energia, il Paese ha fatto ricorso in maniera decisa alle fonti fossili. Secondo l’indagine Enea: “nei primi nove mesi del 2021 i consumi di energia sono cresciuti del 9% (+10 Mtep) prevalentemente per la domanda di petrolio (+10%, pari a +3,5 Mtep) legata alla ripresa del traffico stradale (+9%) e aereo (+22%)”.

I consumi di gas naturale sono anch’essi aumentati del 7% (+3 Mtep circa), quelli di carbone del 10% (+0,4 Mtep), le rinnovabili dell’1,5% (+0,3 Mtep), mentre le importazioni di energia elettrica registrano un balzo del 66% (+3 Mtep).

Da sottolineare, che per la generazione elettrica si è fatto massiccio ricorso all’utilizzo del carbone, sia nel terzo trimestre (+25%) che nei primi nove mesi dell’anno (+10%).

Nei primi nove mesi del 2021 si è registrato un boom delle emissioni pari al +8% su base annua.

Un dato che preoccupa, anche in relazione allo scenario globale. Se da una parte siamo sempre al di sotto del livello di emissioni del 2019 (circa il 7% in meno), dall’altra in pochissimo tempo abbiamo già recuperato (in negativo) il 50% circa delle emissioni evitate durante i mesi di lockdown del 2020.

Decarbonizzazione: l’Europa accelera su fonti rinnovabili, mobilità elettrica e tecnologie low-carbon

Il nostro Paese non fa abbastanza per investire, fare ricerca e innovare nel settore delle tecnologie per la decarbonizzazione o low-caron technologies.

Non solo, a quanto riportato dai ricercatori dell’Enea, “l’esame dei più recenti dati di brevetto mostra una diffusa e spesso forte despecializzazione tecnologica, tranne che nel solare termico, dove si conferma un significativo vantaggio”.

Siamo indietro anche per quel che riguarda l’idrogeno verde, con una sostanziale mancanza di strategia nazionale, e si registrano perdite di posizione a livello europeo nel settore dell’elettrificazione della mobilità, dell’industria delle batterie e nell’infrastruttura di ricarica, con un vantaggio crescente di altri partner come Germania, Francia e Paesi scandinavi, soprattutto questi ultimi in termini di capacità crescente delle fonti energetiche rinnovabili.

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