I 16 indagati e i due fermati per le violenze di gruppo in piazza a Capodanno a Milano sono stati subito acciuffati dalla squadra mobile grazie al riconoscimento facciale effettuato con il software ‘Sari’.
Il riconoscimento facciale ha dato un nome a ognuno di quei volti estrapolati dai filmati. Volti poi riconosciuti dalle ragazze vittime delle violenze sessuali. In attesa della sentenza definitiva dei giudici, scopriamo come funziona, nel dettaglio, il software ‘Sari’.
Riconoscimento facciale. Come funziona il software ‘Sari’ che ha identificato il branco delle molestie a Milano
‘Sari’ (Sistema Automatico di Riconoscimento Immagini) è il software della Polizia di Stato in uso dal 2018: riesce da un’immagine fotografica (presa dalle telecamere in strada e dai video realizzati dagli agenti) di un “soggetto ignoto” a effettuare una ricerca computerizzata sia nella banca dati A.F.I.S. (il sistema di identificazione delle forze dell’ordine) sia sui social (dove alcuni dei ragazzi del branco hanno postato commenti il giorno dopo le aggressioni in piazza a Milano). E grazie a due algoritmi di riconoscimento facciale, è in grado di fornire un elenco di immagini secondo un grado di similarità.
Sono, però, sempre gli operatori specializzati della Polizia scientifica ad effettuare la necessaria comparazione fisionomica. Questo – in caso di “match” – consente di integrare l’utilità investigativa del risultato anche con un accertamento tecnico a “valenza dibattimentale”.
Il sistema di identificazione delle forze dell’ordine con un database di 16 milioni di fotosegnalamenti
“All’interno del sistema Afis abbiamo 16 milioni di fotosegnalamenti”, ha spiegato al Messaggero, Anna Maria Di Giulio, primo dirigente del gabinetto Polizia scientifica di Milano, con competenza territoriale su tutta la Lombardia.
“Quando una foto viene immessa”, ha spiegato “deve avere determinate caratteristiche, è necessario sia di buona o comunque media qualità. Quando è nitida emerge subito il candidato, in caso contrario possiamo avere fino a cinquanta nomi. A questo punto tocca all’operatore effettuare la comparazione fisiognomica per ridurre il campo e arrivare alla persona giusta”.
Chi ha realizzato il software Sari
Il software Sari è stato realizzato da un’azienda leccese. Funziona in due modalità: Enterprise e Realtime. L’algoritmo prevede tutte le fasi necessarie per realizzare il riconoscimento di volti all’interno di immagini (Enterprise) e video (Real Time) ed elabora una lista di candidati.
La versione Real Time del software Sari bocciata dal Garante Privacy e non in uso
Ma la versione Real Time non è in uso dalla Polizia, perché è stata bocciata dal Garante Privacy, con questa motivazione: “Il sistema, oltre ad essere privo di una base giuridica che legittimi il trattamento automatizzato dei dati biometrici per il riconoscimento facciale a fini di sicurezza, realizzerebbe per come è progettato una forma di sorveglianza indiscriminata di massa”.
Invece, secondo la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, il sistema Sari Real Time, sarebbe stato “finalizzato a introdurre un sistema automatico a riconoscimento immagini (Sari) allo scopo di garantire un efficace supporto alle attività istituzionali volte alla repressione dei reati e alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”.
L’identikit digitale
Sari Real Time, attraverso una serie di telecamere installate in una determinata area geografica, è in grado di analizzare in tempo reale i volti dei soggetti ripresi, confrontandoli con una banca dati predefinita (denominata “watch-list”), che può contenere fino a 10.000 volti.
Qualora, attraverso un algoritmo di riconoscimento facciale venga riscontrata una corrispondenza tra un volto presente nella watch-list ed un volto ripreso da una delle telecamere, il sistema è in grado di generare un alert che richiama l’attenzione degli operatori delle Forze di Polizia. Il sistema, progettato e sviluppato come soluzione mobile, ma non attivo, può essere installato direttamente presso il luogo ove sorge l’esigenza di disporre di una tecnologia di riconoscimento facciale per coadiuvare le Forze di Polizia nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica, o in relazione a specifiche esigenze di Polizia Giudiziaria.
In conclusione, la versione Sari che effettua un riconoscimento facciale in tempo reale non è attivo, ma la versione che consente di effettuare l’identikit digitale, in un secondo momento e solo con un’indagine in corso, è in funzione e di grande aiuto per le Forze di Polizia.
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