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Il Comune di Modena punta sugli open data e aumenta la partecipazione civica

Il Comune di Modena ha realizzato e messo on line un nuovo portale open data, con il supporto di Deda Next. L’operazione, supportata dai fondi del PNRR, si colloca nell’ampio contesto della trasformazione digitale della PA e, in particolare, della fase di attuazione concreta delle misure del Piano; tuttavia, la scelta dell’Ente anticipa alcuni obiettivi. Ci riferiamo alla pubblicazione e al successivo riutilizzo dei dati aperti prodotti dall’Amministrazione, il cui impiego è monitorato a livello del DESI, nonché previsto dalla norma italiana del Codice dell’Amministrazione Digitale e nelle diverse edizioni del Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione.

In particolare, nell’ultima edizione del Piano Triennale AgID 2021-2023, due sono le linee di azione alle quali tutti gli enti pubblici sono chiamati ad attenersi entro il 2023:

  • OB 2.1 R.A. 2.1b – Aumento del numero di dataset aperti di tipo dinamico coerenza con quanto previsto dalla Direttiva (UE) 2019/1024 (…)
  • OB 2.1 R.A. 2.1c – Aumento del numero di dataset resi disponibili attraverso i servizi di dati territoriali di cui alla Direttiva 2007/2/EC (INSPIRE).

Il Comune di Modena, che già da tempo aveva avviato un processo di apertura dei dataset territoriali, ha presentato recentemente il nuovo portale open data. Luca Chiantore, Dirigente responsabile del Settore Smart city, servizi demografici e partecipazione del Comune di Modena, raggiunto da FPA, racconta questo nuovo progetto.

Il percorso verso il nuovo portale open data

“Dal punto di vista della visione strategica, la nostra aspirazione era declinare in maniera innovativa il tema della Smart city – sintetizza Chiantore – il nostro progetto è nato dall’idea di fare qualcosa per la valorizzazione dei dati, che sono l’anima di una città intelligente come quella che stiamo costruendo qui a Modena – spiega Chiantore -. È nostra convinzione che i Comuni non debbano lavorare solo in vista di una transizione digitale interna all’ente, ma debbano digitalizzarsi per diventare sempre più aperti nei confronti dei cittadini”. Bisognava però dare concretezza a questo ideale.

Come in molte altre amministrazioni comunali, infatti, anche a Modena, negli ultimi anni, la gestione dei dati era diventata più complessa: ai dati alfanumerici interni, per esempio quelli demografici dei cittadini o relativi ai lavori pubblici, si erano aggiunte anche le informazioni geo-referenziate provenienti da tutta una serie di asset nuovi della città: dispositivi di monitoraggio del traffico, sensori ambientali, illuminazione pubblica intelligente, ecc…

Il Comune di Modena aveva già un portale open data, meno evoluto dell’attuale: “Lo alimentavamo con pochi dati alfanumerici provenienti dai gestionali e dalle nostre banche dati. Il sistema era ancora legacy ed era difficile persino censire le informazioni. Non avevamo neanche uno strumento che potesse trasformare i dati in open data, anonimizzati e utili, al bisogno, per ricerche o considerazioni interne”, racconta Chiantore.

Il valore della collaborazione con Deda Next

All’interno dell’Amministrazione, dunque, si sentiva l’esigenza di uno strumento che consentisse, in primis, di gestire sia dati alfanumerici che geo-referenziati, e, in più, che potesse ricevere e governare informazioni provenienti da tutta la sensoristica eterogenea diffusa sul territorio.

Dunque, “Ci siamo posti il tema di creare un’architettura informatica per gestire tutte le tipologie di dati e per interfacciarci con la Regione Emilia Romagna sia per i dati alfanumerici sia per quelli geo-referenziati che l’amministrazione regionale trasmette poi ai due Cataloghi Nazionali AgID (dati.gov.it e geodati.gov.it). Tenendo conto della suddivisione dei dati a livello regionale e nazionale, abbiamo iniziato a lavorare con il nostro partner storico Deda Next, avendo cura di due temi: la qualità dei dati e la loro confrontabilità”, continua il nostro interlocutore.

Con il Comune di Modena, Deda Next ha lavorato su un doppio binario, utilizzando:

  • da un lato la sua competenza tecnologica e di dominio per quel che riguarda i servizi di interoperabilità e la gestione di open data e dati geografici, che si inserisce nella sua più ampia offerta per i Comuni racchiusa in Next, l’ecosistema di soluzioni e servizi per la digitalizzazione degli Enti locali;
  • dall’altro la sua profonda conoscenza del contesto in cui si muovono le città e delle loro esigenze di maggior dialogo con la cittadinanza.

Con il supporto di Deda Next, il Comune ha posto le basi del progetto anche sulla formazione e sul coinvolgimento di tutti i servizi interni, dalla demografia, all’area finanziaria fino ai lavori pubblici: “Abbiamo condiviso i dettagli del progetto per garantirne la piena comprensione e assicurare la percezione del suo reale potenziale per abilitare anche nuova conoscenza condivisa all’interno del Comune stesso” – aggiunge Chiantore. “Per riflettere su come valorizzare al meglio tutti i dati ci siamo confrontati direttamente con i collaboratori delle varie aree funzionali”.

Oltre la Smart city: il valore degli open data abilita la proattività

Il concetto di “città intelligente” è strettamente legato ai temi della trasparenza, della partecipazione civica e della crescita del territorio e delle imprese.“Una vera Smart city non è solo un centro urbano che gestisce bene gli asset e poi dimostra i suoi successi pubblicando i dati – specifica Chiantore -, piuttosto è un ecosistema tecnologico e organizzativo che consente al Comune di essere proattivo, di cercare, di produrre nuovi dati e nuove informazioni utili ai propri cittadini”.

Per queste ragioni il Comune di Modena ha iniziato a raccogliere i dati anche dal territorio esterno al confine comunale, costruendo e pubblicando set di dati sempre più dinamici e in real time. I dati del SUAP sulle attività produttive, i dati ambientali e relativi alla smart mobility attualmente sono i più richiesti dalla cittadinanza e vengono utilizzati, in genere, per lo sviluppo delle imprese del territorio, per le tesi di laurea e per la ricerca, vista la loro attendibilità scientifica. Sul nuovo portale del Comune di Modena, i cittadini possono visualizzare e scaricare i dati, che al momento sono suddivisi in 11 macro-temi: ambiente, istruzione/cultura/sport, economia e finanze, energia, governo e settore pubblico, regioni e città, salute, tematiche internazionali, popolazione e società, trasporti.

“Il nostro portale è basato su software open source ed è conforme a standard europei e specifiche nazionali, proprio per potersi interfacciare con altri cataloghi di livello regionale e nazionale come quelli gestiti da AgID. Fin dall’inizio, abbiamo lavorato con Deda Next sulla qualità e sulla genealogia del dato, con l’obiettivo di garantire flussi di aggiornamento facili e veloci a partire dai dati gestionali dell’Amministrazione. Siamo appena partiti ma stiamo già lavorando sull’ulteriore ampliamento dei dataset disponibili, per esempio attraverso il coinvolgimento di cittadini, imprese, studenti, associazioni e altri attori del nostro territorio” Luca Chiantore, Comune di Modena

Difatti, il Comune si apre al controllo della cittadinanza, ma può agire in risposta a ciò che i cittadini richiedono, in un dialogo sempre più intenso, che risponde perfettamente a quell’esigenza di maggior partecipazione civica a cui tende la digitalizzazione della PA.

L'articolo Il Comune di Modena punta sugli open data e aumenta la partecipazione civica proviene da FPA.

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