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Debiti fuori bilancio, 1.777 comuni hanno conti sballati

Secondo le rilevazioni della Banca d’Italia i debiti di tutti i comuni italiani sono scesi nel 2020 a 34 miliardi e 34 milioni, un valore più basso rispetto ai 35 miliardi e 673 milioni del 2019 e ai 37 miliardi e 955 milioni del 2018. E, soprattutto, rispetto al 2011, quando fu toccato il picco debitorio, di ben 48 miliardi e 695 milioni: da allora il calo è stato di ben 14 miliardi e 661 milioni. Ma il problema sono i debiti fuori bilancio dei comuni. Vediamo perché.

Finanza locale, i comuni italiani tagliano i debiti

Si tratta di una riduzione che si è realizzata in tutte le aree del Paese, ma negli ultimi anni, dal 2015 in poi, in modo particolare al Centro, in cui la discesa in 5 anni è stata di 3 miliardi e 363 milioni, decisamente più che altrove; anche più di quella che si è verificata al Nordovest, dove pure si partiva da livelli più alti, dove i debiti sono passati da 13 miliardi e 774 milioni di sei anni fa ai 12 miliardi e 316 milioni dell’anno scorso. Rimane preoccupante lo stato della finanza locale nel Mezzogiorno: i debiti dei comuni del Sud è superiore ai 10 miliardi. Qui sono diminuiti solo di un miliardo e mezzo circa in cinque anni.

I debiti fuori bilancio dei Comuni italiani

Bankitalia oltre a presentare i dati definitivi riguardanti il 2020, ha pubblicato anche un aggiornamento, seppur ovviamente provvisorio, sui numeri della finanza locale, cioè dei debiti dei comuni italiani a metà del 2021. Al 30 giugno di quest’anno lo stock complessivo era ulteriormente sceso, a 33 miliardi e 844 milioni. Vi è quindi una prosecuzione del risanamento, seppure sembri essere più lento di quello degli anni precedenti. Siamo molto vicini ai livelli del 2003, quando iniziò quel rapido rally che portò l’esposizione dei comuni ai massimi storici.

Peggiora leggermente la finanza locale del Sud

C’è però un segnale di inversione del trend positivo per quanto riguarda i comuni del Sud e delle Isole, dove lo stato della finanza locale sembra essere, seppur di poco, peggiorato tra la fine del 2020 e il giugno del 2021. Qui vi è stato un incremento di più di 100 milioni. E tuttavia la situazione è molto diversa da quella delle regioni. Il debito di queste sembra essere decollato nei primi sei mesi di quest’anno, passando dai 33 miliardi e 639 milioni del 2020 a 38 miliardi e 63 milioni. Un incremento molto superiore a quello che pure si era verificato negli ultimi 5 anni, inferiore a 1,7 miliardi di euro.

Calano le entrate e la finanza locale va in tilt

I debiti per i comuni italiani continuano comunque a essere un importante problema. Sia perché appunto nel frattempo vi è stata una riduzione dei flussi in entrata, a causa del minor gettito fiscale del 2020 e con tutta probabilità del 2021, sia perché a maggio la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma che consentiva ai comuni di restituire in 30 anni i debiti accumulati con la Cassa Depositi e Prestiti per le anticipazioni da questa fornite per aiutarli a pagare i debiti commerciali. In seguito a questa sentenza 800 comuni rischiano il default, e come al solito dovrà essere il governo, con soldi pubblici, a intervenire.

Quanti sono quelli che non hanno i conti in equilibrio

Sono 1.777 i comuni che non hanno i conti in equilibrio. Lo dice la Corte dei Conti nell’ultima analisi fatta sul tema, quest’anno, che riguarda i bilanci del 2018 e del 2019 che contengono debiti fuori bilancio dei comuni, ovvero quelli sorti da spese non previste, superiori a quelle preventivate. Si può trattare dell’effetto di eventi imprevedibili, di un incremento dei costi delle opere pubbliche, dell’impatto di una sentenza per una vertenza vecchia in cui è stabilito un risarcimento da parte del comune verso un altro soggetto, e via dicendo.

In Lombardia record di comuni con debiti fuori bilancio

La regione con il maggior numero di enti che presentano tale situazione è la Lombardia, con 235. Si tratta però della regione con il numero maggiore di comuni, ben 1.506. Al secondo posto la Campania con 210. Nella regione meridionale però i municipi sono solo 550. Vuol dire che il problema qui ha un’incidenza maggiore. Infatti a livello di ammontare complessivo i debiti fuori bilancio sono qui quasi 137 milioni su un totale di 485 milioni e 679 mila, contro gli appena 34 milioni e 141 mila della Lombardia. Insomma, i comuni campani in disequilibrio hanno sforato molto di più mediamente. E dopo la Sicilia vi sono, sia a livello di ammontare dei debiti che di numero di enti, Sicilia e Puglia.

Dove sono i Comuni italiani indebitati

I debiti fuori bilancio sono un brutto sintomo per lo stato di salute della finanza locale, tuttavia non rappresentano automaticamente l’inizio del percorso verso il fallimento. Anzi. A fine 2020 i comuni in vero e proprio dissesto erano solo 155, contando le procedure iniziate dal 2016 in poi ed evidentemente ancora non chiuse. Si tratta di quegli enti in cui la giunta non riesce a fare funzionare i servizi per mancanza di fondi, e in cui viene nominata quindi una commissione straordinaria da parte del Ministero dell’Interno per sistemare la finanza locale. In sostanza è la cosa peggiore che può succedere a un comune, l’equivalente di una bancarotta per un’impresa privata.

I comuni possono fallire per troppi debiti fuori bilancio

I 155 comuni in tale situazione erano quasi esclusivamente concentrati in tre regioni, non a caso le più povere del Paese, Calabria, dove erano 42, Sicilia, con 40, e Campania, con 34. Particolarmente grave è la situazione calabrese, considerando che ha una popolazione molto più piccola, inferiore alla metà di quella di ognuna della altre due.

In Lombardia gli enti in dissesto erano solo 3, ovvero Foppolo, Azzano Mella e Campione d’Italia. Paesi piccoli, molto più piccoli per esempio di Catania, con i suoi 311 mila abitanti, o Casoria e Caserta, con più di 74 mila, che presentano gli stessi problemi, ma con una magnitudo molto più ampia.

I grandi comuni sono quelli più a rischio crack

A parte questi casi, quasi tutti nel Mezzogiorno, in generale sono soprattutto apparentemente gli enti meno popolosi quelli che soffrono di casi di dissesto a causa della cattiva gestione della finanza locale. Considerando tutte le procedure di dissesto aperte dal 1989 al 2020, ben 234 riguardavano centri con meno di 2 mila abitanti e 186 quelli che ne hanno tra 2 e 5 mila. Solo 79 avevano coinvolto comuni in cui vivono tra le 10 e le 20 mila persone, 58 di quelle con 20-60 mila abitanti, 13 di quelle con 60-250 mila e 2 delle grandi città con più di 250 mila.

Quando lo Stato salva i comuni in dissesto

E tuttavia si tratta solo di apparenza, appunto. Considerando la numerosità di tali comuni è evidente che quelli andati anche solo una volta dissesto sono stati solo il 6,7% dei più piccoli, contro il 13,8% di quelli con 20-60 mila abitanti, e ben un sesto dei più grandi, quelli che superano i 250 mila. Le complessità di una gestione di una metropoli sono del resto molto maggiori, ma consideriamo anche che i dati potrebbero essere stati molto peggiori se non vi fossero stati a più riprese interventi del Governo che hanno assistito finanziariamente centri come Napoli o Roma.

I dati si riferiscono al 2018-2020

Fonte: Corte dei Conti

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