La digitalizzazione degli enti pubblici è l’elemento trainante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e guardando al 2026, l’anno del traguardo in cui tutte le misure del piano dovranno essere completate, ci interroghiamo su a che punto siamo per la fase di attuazione: su qual è il grado di maturità digitale delle amministrazioni comunali italiane; il livello di disponibilità online dei servizi al cittadino e alle imprese; l’implementazione dei protocolli d’interoperabilità degli open data.
A rispondere ai nostri interrogativi è intervenuto Fabio Meloni, CEO Deda Next.
Il 2023 è l’anno chiave dell’execution
Fabio Meloni evidenzia come tutti gli obiettivi del PNRR abilitati alla trasformazione digitale sono già nella fase attuativa: quasi la totalità dei Comuni ha ottenuto l’assegnazione dei fondi e sta procedendo con l’affidamento degli incarichi e l’implementazione degli obiettivi; così come le amministrazioni centrali hanno avviato la realizzazione dei progetti, ne è un esempio il Ministero della Cultura con la realizzazione delle piattaforme digitali per il patrimonio culturale.
Il 2023 è l’anno della messa a terra del PNRR e gli elementi abilitanti per Fabio Meloni ci sono tutti:
- La maggior parte delle amministrazioni hanno richiesto e ottenuto l’assegnazione dei fondi;
- Consip ha messo a disposizione un ampio ventaglio di convenzioni per dare massimo slancio al procurement;
- Le imprese che vogliono intervenire come partner delle amministrazioni hanno studiato le missioni del PNRR, investito nell’upgrade della propria offerta e delle proprie competenze;
La digitalizzazione volano di realizzazione del PNRR
Un’amministrazione pienamente digitale porta con sé un nuovo paradigma relazionale centrato sui cittadini: processi più snelli, maggiore trasparenza, maggiore efficacia nell’autorizzazione e realizzazione delle opere grazie alla certificazione dei dati e alla tracciatura di tutti i passaggi, eliminazione delle duplicazioni secondo i principi “once only” e “single source of truth”. Per dare concretezza a questo modello di amministrazione pubblica, più vicina ai cittadini e realmente efficace ed efficiente, secondo Fabio Meloni, bisogna puntare sulle infrastrutture strategiche indicate nel PNRR:
- “Cloud first” per tutte le amministrazioni e per l’ottimizzazione di nuovi servizi front- end;
- Polo Strategico Nazionale per abilitare la migrazione al cloud di dati, servizi ed altri elementi delle principali amministrazioni italiane;
- Piattaforma delle Notifiche e nuova User Experience per i Servizi al Cittadino;
- Piattaforma Digitale Nazionale dei Dati (PDND) per realizzare l’interoperabilità delle banche dati.
L’amministrazione digitale per uno sviluppo sostenibile
Stanziati quasi 60 miliardi di euro del PNRR per accelerare la transizione ecologica. Il Piano getta le basi per un nuovo protagonismo della pubblica amministrazione nella lotta al climate change, con progettualità su infrastrutture, reti, mobilità e ambiente, nel quadro delle politiche di sostenibilità. Tra l’altro le amministrazioni detengono e producono miriadi di dati – del catasto, della mobilità, dell’anagrafe nazionale della popolazione residente – che possono abilitare scenari di politiche sostenibili, a patto però che ci siano delle piattaforme di raccolta, integrazione, e correlazione dei dati. Piattaforme che abilitino la condivisione e l’apertura dei dati in chiave open government per due ordini di motivi: sia perché i dati aperti stimolano la creazione di nuovi servizi e nuovi scenari di sviluppo sostenibile sul territorio; sia perché rafforzano i processi di partecipazione e la condivisione delle scelte tra decisori e cittadini, favorendo la creazione di comunità più coese e responsabili.
Fabio Meloni ha poi riportato alcuni esempi concreti di realtà aumentata per la gestione del rischio idrogeologico, ed esempi di approccio data driven administration per una corretta programmazione alla base delle politiche sostenibili.
Conclusioni
In sintesi è bene lavorare con chi ha adottato una visione sistemica delle azioni in atto, che crede in una “data driven administration” e che comprenda le logiche e i vantaggi del modello “goverment as a platform” per disegnare soluzioni che diano garanzia della riuscita dei risultati in tempi previsti. Quattro sono gli aspetti su cui porre l’attenzione ora che i fondi vanno affidati:
- Scegliere i migliori servizi di cloud computing, preferibilmente un gestionale Software as a Services. Una scelta che Deda Next ha fatto da tempo con grandi investimenti; nel 2018 per primi hanno infatti qualificato nel catalogo dei servizi Cloud per la PA la propria soluzione SaaS CiviliaNext.
- Affidarsi a player che abbiano esperienza sui temi dell’interoperabilità. Ad esempio, Deda Next insieme a FBK ha creato il “Digital Hub” per la sperimentazione di casi d’uso di interoperabilità di dati originati in ecosistemi diversi.
- Sceglere soluzioni integrate che possano garantire la completa trasformazione digitale dell’ente. Con le risorse del PNRR gli enti possono realizzare servizi pubblici digitali integrati evoluti, sicuri, semplici, interconnessi con i back office e con le infrastrutture nazionali pagoPA, SPID, CIE, App IO e notifiche digitali.
- Rendere operativi gli strumenti contrattuali per la rapida acquisizione di infrastrutture informatiche della PA. Il riferimento qui è agli accordi quadro Consip che permetteranno di scaricare a terra le progettualità con player selezionati e affidabili.
L'articolo L’importanza dei dati per migliorare i servizi pubblici. Intervista a Fabio Meloni, CEO Deda Next proviene da FPA.
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