Coesione sociale nell’UE per garantire crescita, innovazione e resilienza
Puntare sulla decarbonizzazione, l’abbattimento delle emissioni inquinanti e una crescita più sostenibile, le nuove reti, l’inclusione sociale e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini europei soprattutto nelle aree urbane, questi i punti chiave del programma della politica di coesione per il periodo 2021-2027 confermato dalla relazione della Commissione UE appena presentata dal titolo “Cohesion 2021-2027: forging an ever-stronger Union – Report on the outcome of 2021-2027 cohesion policy programming”.
Per lavorare al raggiungimento di questi obiettivi, la Commissione ha definito un programma di investimenti pari a 545 miliardi di euro, 378 miliardi finanziari direttamente con fondi dell’Unione europea (Ue).
Si stima che i finanziamenti della politica di coesione per il periodo 2021-2027 sosterranno la creazione di 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro e faranno aumentare il PIL dell’UE in media dello 0,5% entro la fine del decennio e perfino del 4% in alcuni Stati membri.
Questi investimenti favoriranno una convergenza socioeconomica duratura, la coesione territoriale, un’Europa sociale e inclusiva e una transizione verde e digitale agevole ed equa, si legge nel comunicato della Commissione.
Investire nelle persone per costruire un’Europa più sociale, inclusiva e moderna
Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, ha dichiarato: “La politica di coesione avvicina tra loro tutte le regioni dell’Unione europea. Aiuta a costruire un’Europa più sociale e inclusiva. Investe nelle persone: nelle attrezzature digitali per le scuole, nell’assistenza di lunga durata per le persone vulnerabili, nell’integrazione sociali dei gruppi emarginati e aiuta l’ingresso nel mondo del lavoro. Dovremmo tutti essere orgogliosi di quello che i fondi di coesione permettono di realizzare ogni giorno in tutta Europa”.
“È indiscutibile il contributo della politica di coesione alla creazione di un’Unione sempre più forte. Questa relazione illustra risultati concreti e ciò che possiamo attenderci nei prossimi anni dagli investimenti sul campo della politica di coesione. Anche grazie ai fondi di coesione, il nostro futuro è un’Europa più competitiva, più intelligente, più verde, più connessa e più inclusiva”, ha invece affermato Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme.
Alcuni numeri attesi dalla Commissione entro il 2027:
- 83.000 ricercatori avranno accesso a migliori strutture di ricerca e 725.000 imprese riceveranno un sostegno per l’innovazione e la crescita intelligente;
- saranno coinvolte 22.500 amministrazioni pubbliche per sostenere la modernizzazione e la digitalizzazione dei servizi pubblici e la trasformazione digitale delle imprese;
- potenziare lo sviluppo di competenze e infrastrutture digitali, anche tramite il collegamento di 3,1 milioni di famiglie alle reti mobili ad alta velocità e alle infrastrutture digitali fisse.
La transizione verde dell’UE grazie ad efficienza energetica e fonti rinnovabili
la politica di coesione sostiene progetti nei settori dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, che sono particolarmente importanti per attuare azioni chiave previste dal piano REPowerEU.
Si prevede ad esempio che 32 milioni di metri quadrati di edifici pubblici e 723.000 famiglie beneficeranno del miglioramento delle prestazioni energetiche e che sarà installata una capacità supplementare di 9.555 MW per la produzione di energia rinnovabile.
La politica di coesione sosterrà la costruzione di nuove infrastrutture verdi su una superficie di 229.000 ettari per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici e la gestione dei rischi di catastrofi.
Sarà inoltre promossa anche la mobilità urbana sostenibile con la realizzazione di 1.230 km di linee tranviarie e metropolitane nuove e modernizzate e di 12.200 km di infrastrutture ciclabili.
Il Piano lavorerà infine per garantire un approvvigionamento d’acqua pulita e migliori infrastrutture di trattamento delle acque reflue per oltre 16 milioni di europei.
la transizione green deve essere ‘giusta’
Per non lasciare indietro nessuno in questo difficile percorso di cambiamento bisogna prendersi cura dei territori più fragili e delle persone che vi abitano.
La politica di coesione europea e gli investimenti collegati consentiranno ai singoli Governi di sostenere quasi 39.000 imprese nella fase di adesione alla transizione green.
In particolare, oltre 5.000 piccole e medie imprese (PMI) beneficeranno di investimenti in nuove competenze per la specializzazione intelligente, la transizione industriale e l’imprenditorialità; fino a 120.000 disoccupati beneficeranno di misure di sostegno al mercato del lavoro e quasi 200.000 persone acquisiranno nuove qualifiche.
Fondamentale per il raggiungimento di tutti questi traguardi continentali, infine, è il miglioramento del sistema dei trasporti e tal fine saranno costruiti o modernizzati 3.900 km di linee ferroviarie della rete europea dei trasporti (TEN-T).
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