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Sigarette, divieto a vita per i giovani inglesi

Proibito l’acquisto ai nati dal 2009 in poi, i Paesi dove si fuma di più

Il Regno Unito ha fatto un passo audace verso un futuro senza fumo, con l’introduzione di una legge pionieristica che proibisce l’acquisto di sigarette per i nati dal 2009 in poi. Questa mossa epocale solleva il limite d’età anno dopo anno mirando a creare, nelle eloquenti parole del primo ministro Rishi Sunak, “una generazione che ha smesso di fumare”. Il divieto diventerà un compagno di vita per le giovani generazioni che, in virtù del meccanismo progressivo dello smoking ban, non avranno mai l’età legale per comprare le sigarette. La legge è stata approvata il 17 aprile 2024 dalla Camera dei Comuni. L’ala più a destra del partito conservatore tuttavia ha protestato aspramente contro questa decisione, ribellandosi al proprio leader e a Downing Street.

Quanti sono i minori che fumano sigarette in Europa

Secondo i dati più recenti di Eurostat (l’ufficio statistico dell’Unione europea), il 18,4% della popolazione europea di 15 anni o di poco superiore ha dichiarato di fumare ogni giorno. Il 12,6% consumava meno di 20 sigarette e il restante più di un pacchetto al giorno. E’ un dato abbastanza impressionante. Certo: nel caso dei ragazzini-fumatori ci sono differenze notevoli da Paese a Paese e, infatti, adesso vediamo quali sono concentrandoci sui dati dei fumatori in Italia.

I Paesi dove si fuma di più

Partiamo dalla popolazione totale. Stando ai dati di Eurostat, i 5 stati membri dell’Ue con il più alto tasso di fumatori giornalieri di sigarette sono: Bulgaria (28,7% della popolazione totale), Grecia (23,6%), Lettonia (22,1%), Germania (21,9%) e Croazia (21,8%). I paesi con la quota più bassa di fumatori sono Danimarca (11,7%), Portogallo (11,5%), Lussemburgo (10,5%), Finlandia (9,9%), Svezia (6,4%). I fumatori in Italia, come si può vedere nel grafico sopra, pongono il Paese in una posizione intermedia: 16,5% sull’intera popolazione.

Uomini e donne: ecco chi sono i fumatori in Italia

Fumano di più gli uomini delle donne: in Europa il 22,3% degli uomini di età superiore ai 15 anni fuma ogni giorno rispetto al 14,8% di popolazione femminile. Gli uomini che fumano sono pochissimi in Svezia, il 5,9%, e moltissimi in Bulgaria, 37,6%. Le fumatrici, invece, sono il 6,8% in Svezia e il 20,7% in Bulgaria.

In Italia i fumatori diventano tali a 17,4 anni e le donne a 18,7, mentre un significativo 13,8% inizia prima dei 15 anni. L’Iss, presentando i dati per la giornata mondiale senza tabacco 2021, ha lanciato un allarme: su un campione di 2.775 studenti tra i 14 e i 17 anni il 43,43% ha iniziato a fumare alle scuole medie e il 4,04% già alle scuole elementari. La maggior parte inizia a fumare alle scuole superiori: il 52, 53%. Ma non è sempre con la sigaretta che si diventa fumatori in Italia: il 20,1% ha usato la sigaretta elettronica, il 2,3% la sigaretta a tabacco riscaldato (cioè con un basso contenuto di nicotina) e il 77,6% la sigaretta tradizionale. Sono proprio le sigarette elettroniche e quelle a tabacco riscaldato che tra il 2017 e il 2020 hanno visto un incremento delle vendite rispettivamente del 616% e 1.089%. Di contro, le vendite di sigarette tradizionali sono calate del 4,5% tra il 2019 e il 2020.

La mappa dei fumatori in Italia

Secondo i risultati forniti dall’Iss, in Italia il 58% degli adulti tra 18 e 69 anni non fuma e il 18% ha smesso di fumare. Insomma, almeno 1 italiano adulto su 4 fuma (cioè il 24%). Mediamente al giorno un italiano fuma 12 sigarette, ma circa un quarto dei fumatori in Italia ne fuma anche più di un pacchetto. Tracciando una mappa delle regioni italiane dove si fuma di più, si stima che la più alta concentrazione territoriale di fumatori (l’indicatore di fumatore è inteso come persona che ha fumato più di 100 sigarette nella sua vita o fuma ancora) è nelle zone del Centro-Sud: Umbria (28.8), Abruzzo (27.4), Campania (27.1), Lazio (27.1) ed Emilia Romagna (26.7). I dati non sono percentuali ma un indicatore della concentrazione di fumatori in una data area.

Quanti sono i morti per fumo

I dati dell’Oms (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) sono allarmanti: si stima che ogni anno muoiano per tabagismo almeno 8 milioni di persone. In particolare, nell’Ue il consumo di tabacco è il più grande fattore di rischio per la salute, tanto da essere la causa di 700mila decessi ogni anno. Circa la metà dei fumatori muore prematuramente, cioè mediamente 14 anni prima della morte naturale se non avesse fumato. Il fumo infatti provoca il cancro ai polmoni, problemi respiratori e malattie cardiovascolari. In Italia, l’Oms ha stimato che i morti per fumo da tabacco sono all’incirca 93mila, dei quali 43mila riconducibili al tumore per fumo.

Il lockdown ha aumentato i fumatori in Italia

Un’altra indagine dell’Iss ha preso in esame un campione di 3mila persone tra i 18 e i 74 anni. Dai dati è emerso che durante la pandemia, per effetto del lockdown, il numero di fumatori e fumatrici è aumentato in Italia di 1 milione rispetto a novembre 2020 (24%). A maggio 2021 infatti i fumatori in Italia erano il 26,2%. Su 11,3 milioni di cittadini fumatori lo scorso anno il 25,7% erano uomini (5,5 milioni) e il 26,7% donne (5,8 milioni).

Ed è stato analizzato anche il numero di sigarette fumate ogni giorno: a maggio 2021 mediamente i fumatori in Italia hanno fumato 10,8 sigarette al giorno. L’incremento ovviamente è stato influenzato dallo stress accumulato per via delle restrizioni e dalla chiusura dei centri antifumo.

Ultimo aggiornamento aprile 2024
Fonti: Eurostat, Iss, Ministero della Salute, Istat; Bbc

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