TikTok, a che punto siamo? Al 3 febbraio 2025, la situazione riguardante la vendita del social network cinese negli Stati Uniti è ancora in evoluzione.
Recentemente, il presidente Donald Trump ha dichiarato che Microsoft è in trattative per acquisire TikTok e prevede una “guerra di offerte” per l’applicazione. L’app conta circa 170 milioni di utenti negli Stati Uniti. Poco prima dell’entrata in vigore della legge che obbligava ByteDance a vendere TikTok entro il 19 gennaio 2025, l’app è stata temporaneamente rimossa dalla rete.
Successivamente, Trump ha firmato un ordine esecutivo che proroga di 75 giorni tale scadenza, concedendo più tempo per le trattative. Nel frattempo, nonostante il breve blackout del 19 gennaio, che aveva temporaneamente limitato l’accesso a TikTok, il traffico della piattaforma è quasi tornato ai livelli precedenti. Sebbene l’app non sia ancora disponibile negli store di Apple e Google, è di nuovo accessibile, anche se con un traffico leggermente inferiore (circa il 10%) rispetto a prima del 19 gennaio.
Il Texas vieta l’app
Il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, ha ordinato il divieto di TikTok e altre sei app cinesi sui dispositivi forniti dal governo statale ai dipendenti. Il divieto riguarda anche app come Lemon8, che è sviluppata da ByteDance, la stessa azienda di TikTok, e altre come RedNote e Webull, accusate di raccogliere dati sensibili per trasferirli in Cina.
Mentre cresce l’incertezza legata alla vendita di TikTok e alla scadenza fissata dall’ordine esecutivo di Trump, la situazione continua a evolversi. Le azioni dei singoli stati, come quella del Texas, riflettono un’ulteriore escalation delle preoccupazioni sulla sicurezza dei dati.
Cina proporrà a Usa riavvio accordo commerciale 2020
La Cina sta proponendo una ripresa dell’accordo commerciale “fase uno” con gli Stati Uniti, che era stato faticosamente negoziato nel 2020 durante il primo mandato di Donald Trump. Secondo il Wall Street Journal, le proposte includono il ripristino dell’accordo, con impegni da parte di Pechino a non svalutare lo yuan, a incrementare gli investimenti negli Stati Uniti e a ridurre le esportazioni di precursori del fentanyl, il potente oppioide sintetico di cui la Cina è il principale produttore.
L’accordo commerciale “fase uno” firmato nel 2020 aveva cercato di mettere fine alla lunga disputa tariffaria, impegnando la Cina ad acquistare 200 miliardi di dollari di beni americani in due anni. Tuttavia, Pechino non ha rispettato questo obiettivo, citando la pandemia di COVID-19 come giustificazione. A gennaio, Trump ha dichiarato di voler rivedere la risposta della Cina nell’ambito di tale accordo.
Inoltre, la Cina potrebbe trattare la questione TikTok come parte di un accordo commerciale, permettendo così una possibile trattativa tra gli investitori americani e ByteDance, la società cinese proprietaria dell’app.
Il presidente Trump, sabato scorso, ha imposto nuovi dazi: un 25% su importazioni messicane e su gran parte dei beni provenienti dal Canada, e un 10% aggiuntivo sui prodotti cinesi, motivando la decisione con la necessità di contrastare il fentanyl e l’immigrazione illegale. La Cina ha respinto le accuse sul fentanyl, considerandolo un “problema degli Stati Uniti”, ma ha lasciato aperta la possibilità di un dialogo con Washington per evitare un’escalation della guerra commerciale.
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