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Cantieri FPA, Data Governance: una comunità al lavoro per stimolare il riuso degli open data

Il tema del riuso dei dati è oggetto di rinnovata e profonda attenzione almeno per tre ordini di ragioni. In primo luogo, la pandemia ha reso evidente a tutti l’importanza della reperibilità di dati affidabili per affrontare le sfide complesse che probabilmente definiranno il resto di questo secolo. In secondo luogo, la definizione di una strategia integrata di rilascio di open data e coinvolgimento degli utenti è una delle priorità che la Commissione Europea si è data attraverso la strategia del Mercato Unico Digitale e la nuova Direttiva Europa (UE) 2019/1024, con l’obiettivo di facilitare la disponibilità e il riuso dei dati delle pubbliche amministrazioni per fini pubblici e commerciali. Infine, c’è una rinnovata pressione da parte della “comunità” dei riutilizzatori e di chiunque si occupi di open data nel reclamare dati affidabili, in formato aperto e machine readable: si pensi, ad esempio, alla campagna #datiBeneComune – sostenuta da 201 organizzazioni – per chiedere al Governo italiano di pubblicare in maniera aperta i dati sulla gestione della pandemia.  

Per favorire la condivisione e il riuso dei dati tra le PA e da parte di cittadini e imprese, possono essere messe in campo un vasto numero di azioni: dall’individuazione di data-set prioritari a particolari accorgimenti sull’architettura dei portali e sulla qualità dei dati esposti fino ad iniziative di hackathon, conferenze, riunioni di riutilizzatori, concorsi e studi sui vantaggi e le sfide della pubblicazione e del riuso. 

Lo scopo del primo appuntamento della community Data Governance, organizzato da FPA nell’ambito del progetto Cantieri, è stato quello di esplorare le pratiche in atto nel panorama delle istituzioni italiane impegnate in processi di rilascio di open data, gli ostacoli che inibiscono il riuso dei dati e le soluzioni possibili per superarli. I portavoce coinvolti – circa trenta partecipanti – sono referenti istituzionali responsabili di data unit o di progetti open data. 

Dal confronto è emersa una densa e variegata pluralità di stimoli e, in linea generale, per favorire un riuso efficace dei dati sono stati identificati quattro macro-fattori di successo: strategiaqualitàcommunity engagement e governanceDal punto di vista strategico è emerso come sarà importante prevedere, già a livello centrale, una strategia complessiva che, oltre a delineare criteri di indirizzo per agevolare il riuso dei dati, sia in grado di comprendere e misurarne gli impatti. «Questo significa considerare le ricadute socioeconomiche del riuso, la capacità che hanno le big corporation di acquisire grandi quantità di dati a discapito di piccole e medie imprese. Anche queste differenti capacità e, quindi, attente politiche riequilibrio nello stimolo al riuso, vanno considerate». 

Un ulteriore elemento di attenzione riguarda la qualità del dato stesso e l’importanza della meta datazione: l’individuazione aprioristica del ruolo e della tipologia di utilizzatori può guidare in maniera mirata la selezione dei dati da esporre, la loro classificazione, la descrizione delle ontologie. L’attenzione nella qualità dei dati conferma un trend emergente già rilevato nell’ultimo Open Data Maturity Report: la transizione in atto dalla “quantità” dei dati resi disponibili alla “qualità” intesa non come una caratteristica isolata, ma come un processo che, abilitando l’interoperabilità, necessita di una governance appropriata.  

Attività di engagement della community dei riutilizzatori e iniziative di open innovation possono influenzare positivamente i processi di rilascio di open data, garantendone la loro effettiva valorizzazione. Il tema, sebbene sia di grande attualità nel dibattito sugli open data è stato oggetto di particolare discussione, implicando oltre agli indiscussi vantaggi, «impegnativi processi di dialogo e di confronto e, quindi, volontà, determinazione e forti motivazioni da parte delle amministrazioni titolari di dati».  

Infine, ma non certo per importanza, l’ultimo spunto emerso come stimolo alle pratiche di riuso ha riguardato l’istituzione, all’interno delle organizzazioni titolari di open data, di strutture e figure di riferimento (data steward o data leader) per un rapporto stabile con la community dei riutilizzatori, in grado di identificare ostacoli da rimuovere e nuove opportunità. 

Il primo incontro della community Data Governance di FPA conferma la rilevanza e l’attualità del tema del riuso per generare efficacia ed efficienza governativa, per l’erogazione di servizi di qualità, per l’orientamento dei processi decisionali e per lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi.  

Il tema continuerà ad essere esaminato nei prossimi incontri del progetto Cantieri, dal punto di vista dei riutilizzatori e dei soggetti pubblici e privati impegnati in iniziative di misurazione degli impatti.  

L'articolo Cantieri FPA, Data Governance: una comunità al lavoro per stimolare il riuso degli open data proviene da FPA.

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