Il contenzioso che si sta aprendo fra Tim e Dazn per i deludenti risultati della campagna abbonamenti gestita dalla piattaforma televisiva dei diritti del calcio ci conferma che siamo ormai in una fase discendente della corsa ad accaparrarsi la programmazione delle grandi partite. In genere lo sport non è più la killer application che consente ai palinsesti di fare il pieno di spettatori come si era già constatato con le ultime edizioni delle Olimpiadi e dei campionati mondiali di calcio.
Una crisi che, come sempre nei media, annuncia una successione, un’evoluzione, una svolta economica. Una proposta forte arriva dagli Stati Uniti dove da mesi si sta sperimentando, con grande successo di pubblico, nel campionato di football americano indoor, una forma di coinvolgimento diretto del pubblico nella conduzione delle partite, si chiama Ballerz Collective. Si tratta di un intreccio fra le esperienze virtuali, tipo il fantacalcio, dove ognuno riproduce fra i propri amici un bonsai del campionato, e un video game, dove si interviene direttamente nella sceneggiatura e nello svolgimento dello spettacolo.
Agendo attraverso una piattaforma, ogni spettatore entra in una sala comandi dove può inviare i propri messaggi sui diversi temi, quale la formazione da mettere in campo, i giocatori da sostituire, le tattiche da adottare, le proteste da indirizzare all’arbitro. Algoritmi elaborano e compongono poi le tendenze prevalenti che diventano indicatori prescrittivi per i responsabili dell’evento in corso.
Già si erano sperimentate formule di condivisione dello spettacolo televisivo nell’automobilismo, con le regie personalizzate, o nell’atletica con le diverse inquadrature da privilegiare. Ma ora si connette direttamente il pubblico alla gara sportiva materiale, ai giocatori in carne ed ossa che sono chiamati a interagire con il proprio pubblico, adeguandosi alle richieste e alle indicazioni prevalenti. I tifosi diventano così parte costitutiva dello spettacolo, e la società sportiva assume la fisionomia di una comunità, un vero incubatore di forme di vita e non solo un impresario di eventi da ammirare.
Il nuovo format appoggiato su un’economia radicalmente nuova: Non-Fungible Token (NFT)
Ovviamente il nuovo format è appoggiato ad un’economia radicalmente nuova, dove ad esempio i diritti di ripresa sono sostituiti da Not Fungible Toke, quei frammenti filmati dell’evento che vengono resi non riproducibili mediante un sistema di blockchain e venduti a singoli collezionisti che ovviamente alimenteranno poi un mercato secondario, esattamente come i titoli azionari.
Ma, questo è il vero snodo che tenderà ad unificare l’intera catena del valore della comunicazione, lo spettacolo sportivo, come i media digitali, tenderanno, accumulando utenti e aderenti, a diventare un centro servizi complessivo per l’insieme dei propri supporters ai quali verranno vendute attività e opportunità in vari campi. Oggi le squadre di calcio, o di basket, vendono souvenir e gadget, domani, medianti questi nuovi modelli immersivi e identificativi, potranno, sulla base dei dati che tesaurizzeranno, avere a disposizione, profili dettagliatissimi di decine e decine di migliaia di tifosi a cui proporre, come Amazon e Spotify esattamente quanto in quel momento il tifoso desidera o ha bisogno.
Siamo in effetti niente di più che alle soglie di una versione del tutto innovativa del concetto di metaverso, di ambiente virtuale condiviso che si ibrida con la realtà materiale dando origine a nuove dimensioni meticce e anfibie, dove la vera materia prima rimane il tempo di attenzione che diventa tempo di attività e collaborazione, con un’intensità e una identificazione nell’evento e nei suoi messaggi che rigenereranno completamente l’idea di pubblicità che da nativa si evolverà in immersiva, trasformando radicalmente la relazione fra utente e committente.
Su questo orizzonte forse sarebbe il caso che, una volta tanto in maniera tempestiva, il sistema europeo e nazionale approntasse modalità, regole e modelli per farsi trovare pronti, combinando la richiesta di supporto che viene dal mondo dello sport, con le crisi delle aziende di telecomunicazioni, e le incursioni che si registrano dal mondo dell’intelligenza artificiale per elaborare una strategia di sistema che guidi , invece di inseguire come è capitato fino ad ora, una trasformazione sociale e non solo voluttuaria.
Siamo in presenza di uno sobbalzo del mercato che rischia di rendere ancora più totalizzante il potere delle piattaforme e dei proprietari degli algoritmi rispetto alla manovalanza della connettività e dello spettacolo sportivo. Su questo tema, insieme alla telemedicina e alla teleamministrazione si giocherà realmente la transizione digitale del paese.
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