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La polveriera americana. Gli ambiti giuridici riguardanti Donald Trump (Parte 3.2)

In questa parte mi limiterò a trattare due degli ambiti giuridici riguardanti Donald J. Trump.

Altri due aspetti dell’ambito giuridico riguardanti Trump saranno trattati nella Parte 3.3.

  1. Incriminazione
    1. Il 30 marzo 2023 Trump è stato formalmente incriminato penalmente dal gran giurì istituito da Mr. Alvin Bragg, Procuratore Distrettuale di Manhattan, in seguito all’inchiesta criminale nei confronti di Trump con l’accusa di aver fatto pagare la somma di $ 130.000 dal suo ex-avvocato Michael Cohen alla pornostar Stormy Daniels (Stephanie Clifford) nei giorni precedenti il voto dell’elezione presidenziale del 2016 affinché negasse di aver avuto un rapporto sessuale con lui.
  2. Il 4 aprile 2023 ha avuto luogo l’udienza preliminare nella quale sono stati contestati a Trump 34 capi d’accusa ed è stato letto lo Statement of Facts.
  3. Trump si è dichiarato innocente per tutti i capi d’accusa.
  4. La prima udienza in tribunale per il processo è fissata per il 4 dicembre 2023.
  5. L’incriminazione ha rilevanza particolare poiché si tratta della prima volta nella storia degli Stati Uniti in cui un presidente o ex-presidente deve far fronte a un’accusa di natura criminale.
  • Inchieste in corso
  • Il 10 febbraio 2021 Ms. Fani Willis, Procuratore Distrettuale della contea di Fulton nello Stato della Georgia iniziò un’investigazione criminale riguardante i tentativi da parte di Donald Trump e di altri suoi collaboratori e seguaci d’influenzare funzionari elettorali dello Stato per sovvertire il risultato dell’elezione a favore di Trump. Il gran giurì speciale ha tramesso al Procuratore e al giudice la propria decisione. Sono in corso le audizioni del gran giurì che potrebbe incriminare Trump e suoi alleati.
  • Il 24 aprile 2023 Willis ha dichiarato durante una conferenza stampa che eventuali incriminazioni saranno rese note tra l’11 luglio e il 1° settembre.

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Nella Parte 3.3 saranno trattate le inchieste criminali condotte dallo Special Counsel Jack Smith per il DOJ.

  • Inchiesta criminale da parte di Mr. Merrick Garland, Procuratore Generale degli Stati Uniti, a capo del Dipartimento della Giustizia (DOJ), sulla gestione da parte di Donald Trump di documenti confidenziali e segreti dopo aver lasciato la Presidenza. Mr. Garland ha nominato nel novembre 2022 lo special counsel Mr. Jack Smith per condurre l’inchiesta, mantenendo così un ruolo politicamente indipendente; sarà però Garland a decidere se procedere o meno con incriminazioni, dopo aver ricevuto le raccomandazioni di Smith che ha istituito un gran giurì che sta conducendo le audizioni dei testimoni e esaminando documenti.
  • Inchiesta criminale da parte di Mr. Merrick Garland, Procuratore Generale degli Stati Uniti, a capo del Dipartimento della Giustizia (DOJ) sul ruolo svolto da Donald Trump in occasione dell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021 quando il Congresso degli Stati Uniti era riunito per eleggere il Presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris. Lo Special Counsel Mr. Jack Smith è responsabile anche di questa inchiesta e ha istituito il gran giurì che sta conducendo le audizioni dei testimoni. Il Procuratore Generale deciderà se incriminare Trump in base alle raccomandazioni di Smith.
  • Questa inchiesta è basata sulle raccomandazioni inviate a Garland alla conclusione nel dicembre 2022 dell’inchiesta condotta dallo House Select Committee on January 6th Attack, 2021 sulle responsabilità di Trump e suoi alleati nell’attacco al Campidoglio.

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  1. INCRIMINAZIONE
a) Procuratore distrettuale di Manhattan: Inchiesta criminale nei confronti di Trump con l’accusa di aver fatto pagare la somma di $ 130.000 dal suo ex-avvocato Michael Cohen alla pornostar Stormy Daniels (Stephanie Clifford) affinché negasse di aver avuto un rapporto sessuale con lui durante la campagna presidenziale del 2016; Mr. Alvin Bragg.

Il 6 febbraio 2023 un gran giurì nel tribunale di Manhattan iniziò ad ascoltare testimonianze contro l’ex-Presidente presentate dai procuratori dell’ufficio di Mr. Bragg.

Questa inchiesta sembrava terminata quando Mr. Bragg sostituì Mr. Cyrus Vance all’inizio del 2022. Mr. Bragg non la continuò perché dichiarò di ritenere di non avere sufficienti elementi probatori. In seguito a questa decisione di dimisero due procuratori che erano favorevoli all’incriminazione immediata di Trump, ritenendo invece di essere in possesso di elementi sufficienti a ottenere una condanna da parte della giuria (elementi probatori “against any reasonable doubt” – contro ogni ragionevole dubbio). Il caso fu ampiamente discusso nei media principali e uno dei due procuratori dimissionari, Mark Pomerantz, nel febbraio 2023 ha pubblicato un libro sulla vicenda: “People vs. Donald Trump: an Inside Account”, by Mark Pomerantz.

In un caso separato, alla fine del 2022, Mr. Bragg incaricò una giuria che, in seguito alle audizioni e analisi di documenti di varia natura, concluse che la Trump Organization era colpevole di numerosi crimini, grazie alla collaborazione di Allen H. Weisselberg, da moltissimi anni chief financial officer, che si dichiarò colpevole e patteggiò cinque mesi di prigione per frode fiscale. La Trump Organization fu condannata a pagare la somma di $ 1.6 milioni per frode fiscale, il massimo previsto dalla legge per questo reato (13 gennaio 2023).

Nell’estate del 2022 Mr. Bragg annunciò di aver deciso di riprendere l’inchiesta sul caso Stormy Daniels e nel gennaio 2023 istituì un gran giurì per un’inchiesta di natura criminale nei confronti di Trump per aver fatto pagare la somma di $ 130.000 dal suo ex-avvocato Michael Cohen alla pornostar Stormy Daniels (Stephanie Clifford) nei giorni precedenti il voto dell’elezione presidenziale del 2016 affinché negasse di aver avuto un rapporto sessuale con lui.

Inoltre, Mr. Bragg decise di continuare a indagare sull’altro filone d’inchiesta civilistica iniziato da Cyrus Vance riguardante le modalità utilizzate dall’ex-Presidente per valutare il proprio patrimonio nei confronti delle banche e delle società di assicurazione.

Immediatamente Trump commentò questa decisione accusando Mr. Bragg di “razzismo”, di attacco politico e di “witch hunt”, una delle sue espressioni più frequenti per attaccare coloro che ritiene essere suoi nemici.

Trump ha sempre negato di avere avuto un rapporto sessuale con Stormy Daniels, come ha sempre negato altri episodi di attacchi a donne avvenuti in numerose occasioni.

I testimoni principali sono Michael Cohen (v. Nota 1), l’ex-avvocato e “fixer” di Trump dal 2006 al 2018, che pagò con un suo assegno la somma di $ 130,000 a Stormy Daniels, somma che Trump gli rimborsò personalmente in più tranches quando era già Presidente; l’avvocato che rappresentava Daniels quando l’affare fu concluso; David J. Pecker (v. Nota 2), ex-editore del National Enquirer, un tabloid scandalistico, che contribuì a raggiungere l’accordo riguardante il pagamento; due impiegati della società di Trump a conoscenza dei fatti; altri i cui nomi non sono stati comunicati poiché le audizioni del gran giurì sono segrete.

Durante la settimana iniziata il 13 marzo la notizia della prossima incriminazione di Trump prese consistenza con il passare dei giorni e i media principali comunicarono che erano in corso riunioni tra il procuratore Mr. Bragg, il Servizio Segreto, l’FBI e la polizia di New York per organizzare le modalità di sicurezza e contenimento in caso di manifestazioni e azioni potenzialmente violente da parte di sostenitori di Trump.

Con una dichiarazione da Mar-a-Lago il 18 marzo 2023 Trump annunciò che sarebbe stato incriminato il martedì 21 marzo e chiamò a raccolta i suoi sostenitori con toni che ricordano gli appelli cui è seguito l’assalto al Campidoglio il 6 gennaio 2021. Secondo alcuni commentatori, questa dichiarazione sarebbe stata un modo utilizzato da Trump per comunicare che l’incriminazione gli procurerebbe un vantaggio nella campagna per la “nomination” del Partito Repubblicano per la Presidenza nell’elezione del novembre 2024. La maggioranza dei commentatori espresse invece l’opinione che Trump avesse realizzato di trovarsi per la prima volta di fronte alla possibilità reale di essere incriminato e che ricorresse agli attacchi contro le istituzioni usando le stesse modalità che aveva usato in passato.

Immediatamente dopo la dichiarazione di Trump numerosi membri di primo piano del Partito Repubblicano gli testimoniarono sostegno; lo Speaker Kevin McCarthy accusò l’ufficio del Procuratore Distrettuale di Manhattan di “un oltraggioso abuso di potere” e annunciò che avrebbe istituito “un comitato della Camera dei Rappresentanti per investigare l’eventuale utilizzo di fondi federali nell’inchiesta del procuratore Mr. Bragg per sovvertire la nostra democrazia interferendo nelle elezioni utilizzando azioni penali che son motivate politicamente”.

Un gruppo piuttosto numeroso di suoi sostenitori attaccò una stazione di polizia il 24 marzo a New York, città sede del tribunale dove Trump avrebbe potuto essere incriminato a breve.

Per protesta contro la probabile incriminazione di Trump, lo stesso 24 marzo quattro membri del Partito Repubblicano della Camera, tra cui Marjorie Taylor Green, andarono a visitare in prigione a Washington alcuni degli assalitori del Campidoglio il 6 gennaio 2021, già condannati a diversi anni di reclusione, denominandoli “patrioti” e “prigionieri politici” nel corso di una conferenza stampa.

D’altra parte, la dichiarazione di Trump gli permise di raccogliere in un giorno donazioni per circa 1,6 milioni di dollari; molti commentatori scrissero a questo proposito che Trump aveva fatto la dichiarazione, sapendo di dichiarare il falso, principalmente per raccogliere fondi.

Il gran giurì concluse le udienze nel marzo 2023 e trasmise al Procuratore Alvin Bragg e al giudice Juan M. Merchan la propria decisione il 30 marzo 2023 con l’incriminazione di Trump.

Questo caso è stato ritenuto dai commentatori specializzati forse il più semplice per arrivare all’incriminazione (“indictment”) di Trump, ma molti esperti sono tuttora in disaccordo. Alcuni hanno scritto che l’ottenimento di una condanna potrebbe rivelarsi molto difficile se non elusivo alla luce delle prove che è possibile valutare dall’esterno della procura. Altri commentatori hanno invece espresso il parere che l’incriminazione contribuirebbe ad assicurare a Trump la candidatura all’elezione presidenziale del novembre 2024 per il Partito Repubblicano (v. per es.: https://www.theguardian.com/us-news/2023/apr/10/trump-indictments-2024-republican-nomination?CMP=Share_iOSApp_Other).

In ogni caso, nessun ex-Presidente degli Stati Uniti è mai stato incriminato penalmente e questo aspetto complica non poco le cose per i procuratori di tutte le altre investigazioni civili e penali in corso nei confronti di Trump, in gran parte per ragioni di mancanza di precedenti. Tuttavia, è stato fatto notare che Trump è un cittadino come tutti gli altri e quindi che deve essere trattato come tutti gli altri, secondo le normative vigenti.

In seguito all’incriminazione del 30 marzo vi erano tecnicamente tre sviluppi possibili:

  • Trump avrebbe potuto arrendersi pacificamente e accettare di essere trasferito dalla Florida a New York per l’”arraignment” (udienza preliminare), procedura nella quale avrebbe dovuto declinare la propria identità e sottoporsi al rilevamento delle impronte digitali, come qualsiasi altra persona incriminata;
  • Avrebbe potuto rifiutarsi di arrendersi pacificamente e di essere trasferito a New York; in questo caso sarebbe stato coinvolto Ron De Santis, il governatore della Florida, potenziale oppositore di Trump per la “nomination” repubblicana (non ancora formalmente dichiaratosi), in un ruolo ancora da definire, ma che, secondo le leggi vigenti, dovrebbe firmare l’atto di estradizione dalla Florida a New York;
  • Sempre in caso di rifiuto, potrebbe essere preso in custodia dal Servizio Segreto o dall’FBI in Florida e trasferito a New York forzatamente.

Nella fattispecie, il 4 aprile Trump si presentò spontaneamente al tribunale penale di New York per l’udienza preliminare; i suoi avvocati avevano negoziato con il Procuratore che Trump non sarebbe stato ammanettato, sarebbe stato rilasciato senza cauzione e senza limitazione di movimento, accettando l’obbligo di presentarsi al processo.

Prima di andare in tribunale, Trump inviò un post dalla sua piattaforma Truth Social: ““Heading to Lower Manhattan, the Courthouse,” he posted on his Truth Social platform. “Seems so SURREAL — WOW, they are going to ARREST ME. Can’t believe this is happening in America. MAGA!”

(Sto andando a Lower Manhattan, al tribunale. Sembra così surreale – WOW, mi arresteranno. Non posso credere che questo succeda in America. MAGA!).

Nel corso dell’udienza preliminare la Procura Distrettuale di Manhattan ha contestato a Trump 34 capi d’accusa della tipologia “felony” (reato) invece che “misdemeanor” (infrazione o reato minore); questo implica che la Procura ritiene che, oltre al pagamento di $ 130.000 dollari, di per sé non illegale, siano stati commessi altri reati. In funzione di come sono stati effettuati il pagamento e i rimborsi a Michael Cohen, potrebbe configurarsi il reato di mancata dichiarazione di contributi elettorali: è lecito spendere soldi per sostenere una campagna presidenziale, ma la mancata dichiarazione viola la legge federale sui finanziamenti per una campagna elettorale.

Michael Cohen era stato condannato precisamente per tale violazione non avendo dichiarato il suo pagamento a Stormy Daniels. Il Procuratore sostiene che Trump, avendo rimborsato Cohen per quel pagamento di $ 130.000, è collegato a quell’atto di natura criminale, per cui la sua falsificazione dei documenti aziendali è più grave.

I 34 capi d’accusa riguardano la falsificazione di primo grado di documenti aziendali: si tratta di accuse di reato che possono portare a una condanna di reclusione fino a quattro anni per ciascun reato.

Oltre ai 34 capi d’accusa, il Procuratore ha anche letto in tribunale uno “Statement of Facts”, che è collegato ai capi d’accusa, nel quale il Procuratore precisa il caso: “L’imputato Donald J. Trump ha più volte falsificato in modo fraudolento i documenti aziendali nello Stato di New York per occultare una condotta criminale che nascose delle informazioni per lui nocive nei confronti del pubblico di elettori durante l’elezione presidenziale del 2016”.

I pagamenti effettuati direttamente a Cohen, ma di fatto a Stormy Daniels, secondo il Procuratore, sono a sostegno del fatto che Trump sapeva che i pagamenti a Cohen facevano parte di un tentativo illegale d’influenzare l’elezione presidenziale del 2016.

“The defendant orchestrated a scheme with others to influence the 2016 presidential election by identifying and purchasing negative information about him to suppress its publication and benefit the defendant’s electoral prospects, “the indictment’s Statement of Facts asserts. “In order to execute the unlawful scheme, the participants violated election laws and made and caused false entries in the business records of various entities in New York.”

(L’imputato ha architettato con altri uno schema per influenzare l’elezione presidenziale del 2016 identificando e comprando informazioni negative nei suoi confronti per sopprimerne la pubblicazione e creare beneficio per le prospettive elettorali dell’imputato – si legge nello Statement of Facts. Al fine di realizzare lo schema illegale, i partecipanti hanno violato le leggi elettorali e hanno registrato scritture false nei documenti aziendali di diverse entità a New York).

Trump si dichiarò non colpevole per tutti i capi d’accusa.

Il giudice ha fissato la prima udienza del processo per il 4 dicembre 2023.

(per altri dettagli v.

  • https://ift.tt/iFxjowV
  • https://ift.tt/nO3WjB2
  • https://ift.tt/hGWTtic).

La sera del 4 aprile stesso Trump ritornò alla sua residenza a Mar-a-Lago e, dopo la cena, tenne un discorso davanti a un pubblico di ospiti e sostenitori nel corso del quale insultò apertamente il Procuratore Alvin Bragg e la sua famiglia, ripetendo l’epiteto “animal”, grave epiteto razzista nei confronti di Bragg che è Afro-americano, e accusandolo di essere pagato da George Soros, l’imprenditore, filantropo e banchiere, ebreo di origine ungherese, completando così l’insulto razzista con un insulto antisemitico. Inoltre, ha insultato anche il giudice Juan M. Merchan, accusandolo di essere “Trump hating” (odiatore di Trump), sua moglie e sua figlia, attaccando quest’ultima perché aveva lavorato per la Vicepresidente Kamala Harris e per i Democratici.

Il mattino successivo all’incriminazione il giudice Merchan inviò una nota ai legali di Trump segnalando con forza l’improprietà dei propositi tenuti dall’imputato con la richiesta che tali comportamenti non si ripetano. Tuttavia, il giudice non ha ritenuto opportuno emettere un ordine di “gag” (blocco a dichiarazioni – riservatezza, con arresto immediato in caso di contravvenzione).

Con l’incriminazione, sul suo sito Truth Social, l’imputato Trump pubblicò questo montaggio fotografico nel quale lo si vede minacciare Alvin Bragg con una mazza da baseball e in un discorso citò “Potential Death and Destruction” (Potenziale Morte e Distruzione) nei suoi confronti:

Il post fu eliminato in seguito e Trump dichiarò che stava facendo pubblicità a una mazza da baseball di produzione americana.

Le minacce profferite da Trump raggiunsero livelli tali da far decidere al giudice Lewis A. Kaplan, che presiede il processo intentato da E. Jean Carroll contro Trump per diffamazione e stupro, la cui data d’inizio è fissata per il 25 aprile 2023, di mantenere segreta l’identità dei membri della giuria per proteggerli da potenziali aggressioni e altri atti di violenza nei loro confronti. (https://www.youtube.com/watch?v=6-0SNE8sb4k) (v. Parte 3.1).

Sono riportati qui di seguito due esempi delle minacce e insulti di Trump dopo l’incriminazione del 4 aprile sul suo sito @realdonaldtrump:

(Non è terribile che il Procuratore distrettuale Bragg rifiuti di fare la cosa giusta a “di farla finita?” Incriminerebbe un uomo innocente e creerebbe anni di odio, caos e tumulti piuttosto che dargli la sua meritata “libertà”. L’intero Paese vede quello che sta succedendo, e non lo accetteranno più. Ne hanno avuto abbastanza! Non è stato commesso nessun Errore, nessuna Infrazione, nessun Crimine e, soprattutto, non c’è NESSUN CASO. Hanno spiato la mia campagna, Truccato l’Elezione, mi hanno falsamente fatto processi di Impeachment, imbrogliato e mentito. Sono FECCIA UMANA!)

e ancora:

(TUTTI SANNO CHE SONO INNOCENTE AL 100%, BRAGG INCLUSO, MA A LUI NON IMPORTA NULLA. LUI ESEGUE SOLTANTO I PIANI DEI LUNATICI DELLA SINISTRA RADICALE. STANNO DISTRUGGENDO IL NOSTRO PAESE E CI DICONO DI RESTARE PACIFICI!)

e qualche giorno dopo, prima di Pasqua, questi post:

(BUONA PASQUA A TUTTI, INCLUSI QUELLI CHE SOGNANO CONTINUAMENTE DI DISTRUGGERE IL NOSTRO PAESE PERCHÉ SONO INCAPACI DI SOGNARE QUALSIASI ALTRA COSA, QUELLI CHE SONO COSÌ INCOMPETENTI DA NON CAPIRE CHE AVERE UN CONFINE E UN MURO POTENTI È COSA BUONA, & AVERE IL DOCUMENTO D’IDENTIFICAZIONE DEI VOTANTI [attualmente non obbligatorio], I VOTI ESPRESSI SOLO SU DOCUMENTI CARTACEI [non effettuati con le macchine per il voto, modalità attuale], & VOTO LO STESSO GIORNO DI APERTURA DELLE VOTAZIONI [in generale, il voto può essere espresso con parecchi giorni di anticipo sulla data fissata] FARANNO CESSARE RAPIDAMENTE FRODI ELETTORALI MASSICCE, & [dico] A TUTTI QUEI RINOS DEBOLI & PATETICI [repubblican in name only – repubblicano solo di nome], DEMOCRATICI RADICALI DI SINISTRA, SOCIALISTI, MARXISTI, & COMUNISTI, RICORDATEVI, RITORNEREMO!)

e ancora:

Si noti il numero di risposte: 1,64k in due ore dal post.

D’altra parte, come dopo la falsa dichiarazione che sarebbe stato arrestato il 21 marzo, l’incriminazione ha avuto una conseguenza economica positiva per Trump: nei due giorni successivi alla sua apparizione in tribunale Trump raccolse donazioni per circa 10 milioni di dollari, quasi tutte consistenti di piccole somme.

Un altro aspetto importante di questa vicenda sono state le azioni intraprese da Jim Jordan, presidente della commissione giustizia della Camera dei Rappresentanti, membro dello Freedom Caucus e in gennaio all’inizio della legislatura tra i più decisi oppositori all’elezione di Kevin McCarthy a Speaker della Camera, per cercare di arginare Bragg.

Nei giorni precedenti l’incriminazione, il 21 marzo 2023, in seguito alle dichiarazioni dello Speaker della Camera Kevin McCarthy a sostegno di Trump, Jim Jordan, con la firma dei presidenti di altre due commissioni, inviò una lettera al Procuratore Alvin Bragg con la richiesta di documenti e testimonianze sotto giuramento dello stesso Bragg e di altri procuratori coinvolti nella procedura d’incriminazione di Trump.

Ostentatamente Jordan e i presidenti delle altre due commissioni giustificarono la richiesta adducendo come motivo la necessità di verificare se la Procura avesse utilizzato dei fondi federali per l’inchiesta nei confronti di Trump.

Di fatto, questo fu un tentativo d’investigazione nei confronti di un’investigazione, come era nei piani dei membri repubblicani di estrema destra della Camera per altri casi dall’inizio della legislatura.

Nelle ore successive all’invio di questa lettera, vi furono reazioni negative da parte di numerosi esperti di diritto costituzionale che sostennero che il potere legislativo federale non ha alcun potere d’intervenire in procedure statali e, soprattutto, non può cercare d’interferire in una procedura penale in corso. In tal modo verrebbe a crearsi un conflitto assai grave tra potere legislativo e potere giudiziario, con precedenti chiaramente risolti dalla Corte Suprema che bloccò tali tentativi in passato.

Anche prima dell’incriminazione di Trump votata da parte del gran giurì di Manhattan alcuni dei Repubblicani più vicini a Trump avevano messo in guardia Alvin Bragg che avrebbe rimpianto di aver compiuto un’azione che essi stimavano essere “una decisione accusatoria motivata politicamente”. Ma parecchi esperti commentatori del settore politico e del settore giuridico sostennero che era chiaro che Jim Jordan, uno dei più strenui difensori di Trump nel Congresso (Senato e Camera insieme), come altri membri repubblicani della Camera, stessero tentando d’influenzare l’esito del processo e, come minimo, di garantire che Bragg avrebbe pagato un prezzo politico molto elevato.

Il 23 marzo Leslie B. Dubcek, General Counsel dell’ufficio di Bragg, rispose in modo circostanziato ai presidenti della tre commissioni richiamando l’attenzione sul fatto che la Camera dei Rappresentanti non può interferire in nessun modo e per nessuna ragione nella procedura in corso nei confronti di Trump: le loro richieste dovevano considerarsi come un potenziale tentativo di ostruzione della giustizia poiché si configurava come un tentativo d’intervento e d’interferenza in una procedura penale in corso.

In una seconda lettera del 25 marzo ripeté le richieste aggiungendo che Bragg stava esercitando “unprecedented abuse of prosecutorial authority” (un abuso senza precedenti di autorità prosecutoria). La risposta del General Counsel Leslie B. Dubcek fu perentoria nel sottolineare l’incostituzionalità della richiesta, avvertendo i membri delle commissioni di non interferire con l’ufficio del Procuratore di adempiere ai propri obblighi e di non politicizzare procedure penali in corso.

In questa seconda risposta del 27 marzo Dubcek, indicando chiaramente la tensione che si è venuta a creare, scrive: “As Committee Chairmen, you could use the stature of your office to denounce these attacks and urge respect for the fairness of our justice system and for the work of the impartial grand jury. Instead, you and many of your colleagues have chosen to collaborate with Mr. Trump’s efforts to vilify and denigrate the integrity of elected state prosecutors and trial judges and made unfounded allegations that the Office’s investigation, conducted via an independent grand jury of average citizens serving New York State, is politically motivated. We urge you to refrain from these inflammatory accusations, withdraw your demand for information, and let the criminal justice process proceed without unlawful political interference.”

(“Nella sua qualità di Presidente della Commissione, lei potrebbe utilizzare la levatura del suo ruolo per denunciare questi attacchi ed esortare rispetto per l’equità del nostro sistema giuridico e per il lavoro imparziale di un gran giurì. Al contrario, lei e molti dei suoi colleghi avete scelto di collaborare con gli sforzi di Mr. Trump di vilificare e denigrare l’integrità di procuratori statali eletti e di giudici del procedimento e avete portato delle accuse senza fondamento che l’investigazione dell’Ufficio [della Procura], condotta con l’ausilio di un gran giurì indipendente, costituito da normali cittadini al servizio dello Stato di New York, è motivata politicamente. La esortiamo ad astenersi da queste accuse provocatorie, ritirare la sua domanda d’informazioni e permettere che il procedimento di giustizia penale prosegua senza interferenze politiche illegali”).

Lo stesso 27 marzo Nick Akerman, ex-procuratore del caso Watergate, telefonò a Newsweek affermando che il coinvolgimento continuo di leader repubblicani in queste azioni legali “is bordering on obstruction of justice” (è al limite del costituire ostruzione alla giustizia), poiché non sono abilitati in nessun modo a una supervisione di questa investigazione e non hanno alcun diritto di chiedere prove o a persone di testimoniare.

“What they’re doing is totally unprecedented, and they haven’t even read the indictment and know what the charges are…Any kind of interference for that can certainly be the basis for obstruction,” said Akerman, adding that this is “so off the rails” and that no Republicans did anything similar during Richard Nixon’s Watergate ordeal.

(“Ciò che stanno facendo è totalmente privo di precedenti e non hanno neppure letto l’atto d’incriminazione e non sanno quali siano i capi d’accusa…In questo caso, qualsiasi tipo di interferenza può essere la base per un caso di ostruzione”, ha detto Akerman, aggiungendo che “questo è così fuori controllo” e che nessun Repubblicano fece mai alcunché di simile durante il caso Watergate di Richard Nixon).

Seguirono altri scambi di lettere tra Jordan e Bragg nelle quali ciascuno mantenne la propria posizione.

Dopo l’udienza preliminare del 4 aprile la commissione di Jordan inviò una subpoena richiedendo che Mark Pomerantz comparisse davanti alle commissioni per un’audizione sotto giuramento. Pomerantz era stato uno dei principali procuratori nella procedura nei confronti di Trump fino alle sue dimissioni nel 2022 quando Bragg rifiutò di procedere contro l’ex-Presidente. Jordan, con questa richiesta di comparizione, ritenne che avrebbe potuto ottenere informazioni dettagliate sulla procedura nei confronti di Trump.

In uno primo tempo, Bragg rispose con una lettera di diniego, poiché Pomerantz era stato un dipendente dell’ufficio del Procuratore e restava l’obiezione dell’interferenza in un procedimento penale in corso.

In seguito all’insistenza di Jordan, l’11 aprile Bragg intentò causa a Jordan presso la corte federale del distretto sud di New York, chiedendo al giudice di respingere le richieste di subpoena. Era diventato chiaro per Bragg che Jordan, da una richiesta iniziale di poter verificare se fondi federali fossero stati utilizzati nell’inchiesta nei confronti di Trump, era passato a scrivere che avrebbe proposto un disegno di legge volto a bloccare la possibilità di perseguire ex-Presidenti sotto leggi statali o locali. Nella fattispecie, Bragg ritenne che Jordan avesse lanciato una campagna di denigrazione e d’intimidazione nei suoi confronti e della sua Procura e inoltre, con le sue richieste di documenti appartenenti alla Procura, andava contro una decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti.

In questo, Bragg seguì la tradizione secondo la quale il miglior modo di contrastare la disinformazione e l’attacco politico è l’intentare cause.

(11 aprile – il Procuratore Alvin Bragg fa causa a Jim Jordan, rivendicando che si trattava “di un tentativo anti-costituzionale di minare” il caso – articolo di Ilya Marritz e Deepa Shivaram)

v. https://www.npr.org/2023/04/11/1169302613/bragg-lawsuit-jim-jordan-trump-indictment).

In attesa della decisione del giudice federale, Jordan annunciò che avrebbe tenuto un’inchiesta pubblica a New York il 17 aprile con audizioni di numerose persone per dimostrare come la Procura diretta da Bragg avesse fallito nel perseguire crimini comuni, ma assai numerosi, come omicidi, furti, assalti, ecc., che rendevano New York una delle città più pericolose degli Stati Uniti. L’inchiesta si rivelò rapidamente un boomerang politico per Jordan perché tutti i dati pubblici indicavano che New York non era affatto una delle città più pericolose, ma che città nello Stato del quale Jordan era un membro della Camera erano, esse sì, tra le più pericolose; inoltre, molte testimonianze non sostennero ciò che Jordan voleva provare.

Il giudice federale Mary Kay Vyskocil del tribunale presso il quale Bragg aveva intentato causa contro Jordan, nominata da Trump, statuì contro Bragg nella causa intentata con Jordan. Si noti che Jordan in passato rifiutò di comparire quando ricevette un ordine di comparizione – un comportamento che nel sistema giuridico americano è di natura criminale – e non fu mai processato.

Ma l’appello fu favorevole a Bragg: Mark Pomerantz non avrebbe dovuto ottemperare al subpoena di Jordan.

Questa impasse, o piuttosto diatriba procedurale e costituzionale, fu risolta mediante incontri tra rappresentanti delle due parti e il ritiro dell’appello da parte di Bragg. L’accordo prevede che Mark Pomerantz testimoni davanti alle commissioni della Camera, ma sarà presente la General counsel dell’ufficio del procuratore Leslie B. Dubcek che avrà la possibilità di impedire che Pomerantz risponda a domande non pertinenti o che riguardino segreti delle delibere del gran giurì o altre questioni concernenti strettamente la Procura e non divulgabili.

Per molti commentatori, questo accordo è una chiara vittoria per Bragg perché Mark Pomerantz era stato il procuratore più deciso, prima delle due dimissioni nel 2022, nel procedere con la procedura d’incriminazione di Trump. L’ipotesi più accreditata è che durante le audizioni Pomerantz ripeta davanti alle commissioni ciò che ha già scritto di negativo nei confronti di Trump nel libro che ha pubblicato all’inizio del 2023 e che aggiunga molti altri dettagli certamente non favorevoli a Trump, dettagli che non poté pubblicare per non incorrere in un processo per diffamazione, ma che sono autorizzati in audizioni come quelle previste presso le commissioni della Camera. (Un commentatore giuridico ha anche espresso il parere che Pomeranz ballerà il tip-tap sulla testa di Jordan…)

Le audizioni di Pomeranz davanti alla commissione giustizia della Camera dei Rappresentanti sono previste per il 12 maggio 2023; saranno tenute a porte chiuse e sotto giuramento.

     (https://youtu.be/FyvP5WhHc6o)

Il 27 aprile Bragg ha depositato una mozione d’emergenza (“protective order”) al giudice Juan M. Merchan chiedendo un provvedimento restrittivo nei confronti di Trump e dei suoi avvocati per evitare che tutti gli elementi di prove che la procura consegnerà agli avvocati, come da prassi, per la fase di discovery (presentazione e discussione delle prove davanti al giudice tra procuratori e difesa prima del processo) in vista del processo di dicembre non siano utilizzati da Trump per provocazioni, offese, insulti, minacce, ricatti e altri comportamenti simili nei confronti di chiunque e, in particolare di Bragg, dei procuratori, della giuria, del giudice e dei loro famigliari.

È un atto straordinario – un protective order è richiesto normalmente solo in casi di processi contro mafiosi, assassini e altri imputatiti particolarmente pericolosi –, ma Bragg vuole evitare che Trump possa utilizzare un qualsiasi elemento trasmesso dalla procura ai suoi avvocati per intimidire specialmente i membri della giuria e i testimoni che saranno chiamati a testimoniare durante il processo, ma anche per evitare che Trump utilizzi queste informazioni per spingere suoi accoliti a minacce o atti violenti e altri atti ostili nei confronti di queste persone.

Se Trump non ottempererà all’ordine e attaccherà o farà attaccare membri della giuria e testimoni e altri, il giudice può far arrestare Trump per contempt of court (oltraggio alla corte), lo farà arrestare e lo farà tenere in prigione fino al processo.

Glenn Kirschner – Justice Matters e Brian Tyler Cohen – Legal Breakdown

Nel caso d’incriminazione penale di Trump, il 27 aprile 2023, sono previste due date

  • il 12 maggio audizione di Mark Pomerantz, ex-procuratore della Procura di Manhattan, davanti alla commissione giustizia della Camera dei Rappresentanti
  • il 4 dicembre prima udienza del processo a Trump nel tribunale penale di Manhattan.

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Nota 1

Michael Cohen è un personaggio importante in diverse inchieste su Trump: avvocato personale di Trump e vicepresidente della Trump Organization; nel 2017-2018 fu vicepresidente per le finanze del Republican National Committee; in seguito all’investigazione dello special counsel Robert Muller nell’interferenza della Russia nell’elezione presidenziale del 2016, legami tra associati di Donald Trump e funzionari russi, e possibile ostruzione della giustizia da parte di Trump e dei suoi associati, Cohen si dichiarò colpevole il 21 agosto 2018; era accusato violazione della legge sulle finanze della campagna elettorale, frode fiscale, frode bancaria; Cohen asserì che aveva effettuato le violazioni delle leggi finanziarie della campagna elettorale seguendo le direttive di Trump con lo scopo principale d’influenzare l’elezione presidenziale del 2016; nel dicembre 2018 fu condannato a tre anni di reclusione e fu radiato dalla divisione di Appello della Corte Suprema dello Stato di New York; successivamente fu scarcerato e continuò a servire la pena ai domiciliari; fu esonerato completamente nel luglio 2021; la sua testimonianza davanti ai membri dello House Select Committee for the January 6th Attack è stata riconosciuta come molto utile per valutare le responsabilità di Trump; ha pubblicato un libro “Disloyal: A Memoir”, che William Barr, Procuratore Generale con Trump, cercò di vietarne la pubblicazione; nel libro Cohen elenca numerosi episodi di comportamenti illegali, di cui molti assai gravi, di Trump.

Nota 2

David J. Pecker, ex-editore del National Enquirer, amico di Trump da lunga data, ha aiutato Trump nei confronti donne che avevano accusato Trump di aggressioni sessuali con azioni di “catch and kill” (accettare in esclusiva con associato NDA di pubblicare confessioni di vittime di Trump, ma non pubblicale in nodo tale che rimangano segrete).

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  • INCHIESTE IN CORSO
Procuratore distrettuale della contea di Fulton, Georgia (la contea include la maggior parte della città di Atlanta, capitale dello stato; circa 500.000 abitanti nella città, circa 6.140.000 nell’area metropolitana); Ms. Fani Willis.

Il 10 febbraio 2021 Ms. Willis iniziò un’investigazione criminale riguardante i tentativi da parte di Donald Trump d’influenzare funzionari elettorali – inclusi il Governatore, il Procuratore Generale e il Segretario di Stato Brad Raffensperger, questo con la telefonata del 2 gennaio 2021, registrata, nella quale Trump gli chiese di “trovare” 11.780 voti – per ribaltare in suo favore il risultato dell’elezione presidenziale del novembre 2020 (Trump: “give me a break”).

Nel gennaio 2022, Ms. Willis richiese l’insediamento di un gran giurì speciale incaricato di esaminare accuse d’interferenza nell’elezione da parte di Trump e dei suoi alleati. In maggio, il giudice concesse alla giuria di 26 membri piena autorità investigativa e di “subpoena power”; al termine delle udienze, il gran giurì deve sottomettere un rapporto al giudice e a Ms. Willis indicando se un crimine sia stato commesso o meno al fine di poter decidere se sia opportuna un’incriminazione formale.

Nello Stato della Georgia, un gran giurì speciale non può incriminare direttamente le persone che ritiene passibili d’incriminazione; il rapporto finale del gran giurì speciale contiene le raccomandazioni riguardanti le incriminazioni e i crimini per i quali queste sono richieste; le raccomandazioni sono trasmesse al giudice e al Procuratore, che decide se e come sottomettere le raccomandazioni del gran giurì speciale a un gran giurì che ha il potere di decidere incriminazioni (“indictment”) e di fissare la data dell’udienza preliminare (“arraignment”).

Il gran giurì speciale convocò numerose persone, inclusi un senatore del Senato della Georgia, il presidente del partito repubblicano dello Stato e le 16 persone che si erano falsamente presentate come “Grandi Elettori” al posto dei Grandi Elettori realmente eletti – la sostituzione dei Grandi Elettori in alcuni stati fu uno dei tentativi principali messi in opera da Trump e dai suoi alleati per sovvertire l’elezione di Biden il 6 gennaio 2021.

Tra gli altri, furono convocati personaggi molto vicini a Trump che, come fu confermato durante le audizioni dello House Select Committee for the January 6th Attack, suggerirono d’intraprendere azioni come questa e altre, tutte incostituzionali, per impedire il trasferimento pacifico del potere da Trump a Biden.

Diverse persone di primo piano, chiamate a testimoniare, dopo aver ricevuto subpoena ed essersi rifiutate di farlo, sono state costrette a ottemperare in seguito a decisioni di un giudice federale e, in caso, la Corte Suprema degli Stati Uniti, tutte favorevoli al Procuratore.

Fra questi

  • Rudy Giuliani: ex-sindaco di New York e uno dei maggiori protagonisti del tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni; avvocato di Trump dal 2018; fu promotore di diverse teorie cospiratorie diffuse più volte da Fox News; fu responsabile di quasi tutte le azioni legali intentate per tentare di far cambiare il risultato dell’elezione presidenziale;
  • l’avvocato John Eastman: durante la campagna elettorale del 2020 scrisse che Kamala Harris, poi eletta Vicepresidente di Biden, non era una cittadina americana e quindi non era eleggibile; durante le riunioni alla Casa Bianca nei giorni immediatamente precedenti il 6 gennaio 2021 Eastman propose che il Vicepresidente Mike Pence ritardasse la certificazione dei Grandi Elettori, dicendogli d’invocare l’Electoral Count Act per l’elezione di Biden e che il Vicepresidente Mike Pence aveva l’autorità costituzionale di bloccare la certificazione; parlò prima di Trump al raduno del 6 gennaio 2021 al quale seguì l’attacco al Campidoglio;
  • Mark Meadows: l’ultimo Chief of Staff di Trump, che era stato convocato mediante subpoena dallo House Select Committee for the January 6th Attack e aveva rifiutato di apparire, protagonista in vari modi ancora da chiarire del tentativo sovversivo;
  • Michael Flynn: ex-national security adviser, vicino ai movimenti di estrema destra e ai teorici di QAnon, il principale gruppo di teorie cospiratorie negli Stati Uniti, con affiliazioni in altri paesi, compresa l’Italia; invocò il Quinto Emendamento quando si presentò davanti ai membri dello House Select Committee for January 6th Attack; per sovvertire l’esito dell’elezione presidenziale, suggerì a Trump di sospendere la Costituzione, bloccare completamente i media, e rifare le elezioni sotto un’autorità militare; ebbe numerosi contatti che non è mai stato possibile chiarire con autorità russe, incluso il Presidente Putin;
  • Lindsey Graham, senatore della Carolina del Sud, principale membro repubblicano del Judiciary Committee del Senato, è stato costretto a testimoniare da un giudice federale dopo essere stato convocato a proposito del suo ruolo di avere premuto sui responsabili istituzionali di cambiare i risultati dell’elezione presidenziale del 2020 in Georgia; Graham si era opposto adducendo che un senatore non può accedere a testimoniare sotto subpoena; un giudice federale ha statuito il contrario, ma la Corte d’Appello ha dato ragione a Graham; In fine la Corte Suprema ha deciso in favore della procura di Fulton County.

*** (Electoral Count Act: https://en.wikipedia.org/wiki/Electoral_Count_Act)

(Quinto Emendamento alla Costituzione: garantisce che un individuo non può essere costretto dal governo a fornire informazioni incriminanti su sé stesso; è il cosiddetto “diritto a non rispondere” che si esprime tipicamente con la frase “Take the Fifth”; è applicabile in circostanze precise previste dalla legge; le eccezioni sono molto limitate).

Tutti questi, e altri che erano stati convocati, si rifiutarono di comparire davanti al gran giurì speciale, ma Fani Willis li citò in tribunale e ottenne dal giudice e poi in appello che tutti fossero obbligati a testimoniare.

Anche i Grandi Elettori scelti da Trump in opposizione ai Grandi Elettori della Georgia regolarmente eletti furono obbligati a testimoniare; il loro fronte, unito dapprincipio, con un unico avvocato per tutti, si spezzò e alcuni dei falsi Grandi Elettori iniziarono a collaborare con la procura.

In seguito all’ascolto di 75 testimonianze, il gran giurì speciale concluse i lavori e fu dissolto il 9 gennaio 2023, consegnando al giudice e a Ms. Fani Willis il rapporto conclusivo. In seguito a richieste di quotidiani di primaria importanza, il 16 febbraio alcune parti del rapporto furono rese pubbliche dal giudice, ma non furono divulgate tutte quelle parti che debbono essere mantenute segrete per poter assicurare un processo equo. Da alcune fonti, si è saputo che almeno un testimone ha testimoniato il falso sotto giuramento (“perjury”).

In un articolo del 17 febbraio nel New York Times tre autori con grande esperienza di procedimenti criminali esaminarono le parti del rapporto del gran giurì che il giudice aveva permesso di rendere pubbliche. (Autori: Norman L. Eisen, E. Danya Perry, Amy Lee Copeland)

(https://ift.tt/T0M41IH).

Nel rapporto si legge: “Abbiamo deciso all’unanimità che non vi fu alcuna forma di frode nell’elezione presidenziale del 2020 in Georgia che potesse risultare in un sovvertimento del risultato”.

Con queste parole il rapporto del gran giurì speciale della contea di Fulton ripudia in modo chiaro l’assalto di Donald Trump alla democrazia americana.

Gli autori continuano scrivendo: “Dobbiamo prepararci a un primo e unico evento nella nostra storia di 246 anni come nazione: la possibilità che un ex-Presidente subisca un procedimento penale (“criminal prosecution”). Se Trump dovesse essere incriminato, saranno tempi difficili, a volte anche pericolosi per la democrazia americana, ma è necessario scoraggiare lui e altri dal tentare colpi di stato in futuro”.

L’articolo continua argomentando le alternative che si pongono a Ms. Fani Willis: potrebbe presentare un caso basato su di un solo crimine e un solo imputato, per semplificare il processo, oppure presentare un caso basato su più crimini e più persone sotto accusa.

In apparenza il primo caso è più semplice da gestire per arrivare a una condanna; in realtà, è più facile per gli avvocati della difesa portare argomenti a favore dell’accusato e creare dubbi per i giurati sulla coerenza e completezza degli elementi proposti dal procuratore. Inoltre, specialmente in un caso come questo preso in considerazione, la giuria non potrebbe avere in nessun modo una visione d’insieme dei crimini commessi.

Per contro, un caso basato su più crimini e più imputati permette alla procura di presentare alla giuria un quadro completo degli avvenimenti e dei crimini commessi e convincere i giurati della gravità degli avvenimenti. Un’eventuale condanna di più imputati potrebbe anche creare dissensi tra gli imputati stessi e facilitare patteggiamenti per ottenere testimonianze a carico di altri imputati, con sconti di pena per l’imputato che ha deciso di collaborare.

Gli autori dell’articolo prevedono che, se Trump dovesse essere incriminato, concentrerebbe le contestazioni sulle mozioni che precedono il processo (“discovery”) e sugli appelli, argomentando che agiva nel quadro del suo mandato presidenziale e pertanto era coperto da immunità. Nel frattempo, a fine marzo un giudice federale, in un caso sottoposto dallo Special Counsel Jack Smith nel corso delle investigazioni che sta conducendo per il DOJ, ha statuito che Trump “non può godere di nessun tipo di immunità”, e questa decisione è valida per tutti i processi e le investigazioni nei quali Trump è coinvolto.

Occorre tenere conto anche del fatto che in una delle parti del rapporto che è stata resa pubblica i giurati affermano che uno o più testimoni ha testimoniato il falso. Questo fatto, in principio, dovrebbe rafforzare la scelta del processo per più crimini compiuti da più imputati.

Il 21 febbraio il New York Times ha pubblicato un’intervista con la portavoce della giuria, che ha confermato che nel rapporto finale il gran giurì speciale raccomanda l’incriminazione di “più persone per più crimini”; “non è una lista corta” ha aggiunto Ms. Emily Kohrs, 30 anni.

(https://ift.tt/lh8ReFA)

In questa istanza, Ms. Willis potrebbe utilizzare una legge particolare della Georgia – RICO: Racketeer Influenced and Corrupt Organizations – che riguarda gli eventi che hanno luogo in Georgia, ma permetterebbe di allargare il caso a una cospirazione nazionale e quindi includere tra gli imputati anche alleati di Trump che non hanno agito in Georgia, ma sono stati molto attivi in altre parti degli Stati Uniti nel tentativo di sovvertire il risultato dell’elezione presidenziale del 2020.

Qualunque sia la scelta di Ms. Willis, qualora il caso contro Trump (e altri) fosse aperto, una cosa è probabile: i tempi saranno lunghi; probabilmente passeranno due anni o anche di più per arrivare a un giudizio finale. Si assisterà con certezza a una serie di azioni legali intentate dagli imputati, che, come ha fatto Trump da quando ha iniziato ad avere problemi con la giustizia, spesso non hanno alcun merito e sono respinte dal giudice, ma allungano i tempi.

Secondo le stime di giuristi e di ex-procuratori, tra i quali Glenn Kirschner, Ben Meiselas di Meidastouch Network, Michel Popok di Mediatouch Network (avvocato, partner di una dei maggiori studi penali americani) e il commentatore politico di MSNBC Lawrence O’ Donnell, Ms. Fani Willis potrebbe procedere all’incriminazione di Trump e di alcuni suoi alleati entro l’estate 2023, ma, per le ragioni elencate sopra, le procedure in tribunale saranno assai dilatate nel tempo.

Glenn Kirschner (di Justice Matters) è l’unico commentatore che, a mia conoscenza, in seguito alla pubblicazione dell’intervista alla portavoce del gran giurì speciale, ha ventilato la possibilità che, se Trump fosse incriminato in Georgia, farebbe in modo di radunare ad Atlanta il maggior numero possibile di suoi seguaci per una manifestazione che possa avere risonanza nazionale.

Inoltre, Kirschner ha spiegato che, se gli imputati fossero riconosciuti colpevoli, potrebbero essere condannati, oltre per aver testimoniato il falso sotto giuramento, anche per ostruzione alla giustizia e per altri crimini a loro carico; in questo caso, le pene sono molto più elevate.

Fani Willis il 24 aprile ha annunciato che le incriminazioni saranno comunicate tra l’11 luglio e il primo settembre; il plurale conferma che non sarà incriminato soltanto Trump, ma lo saranno anche altri.

Dopo aver rivelato il calendario delle incriminazioni, Fani Willis ha inviato una lettera alle forze dell’ordine locali nella quale chiede loro di essere preparati a “un livello più alto di sicurezza e preparazione” poiché prevedeva che il suo annuncio “avrebbe potuto provocare un reazione pubblica significativa”.

Questo annuncio è eccezionale e dimostra pienamente la gravità della situazione, per cui riporto e traduco qui di seguito il testo integrale della lettera che Fani Willis ha inviato allo Sceriffo Labat della contea di Fulton:

(Caro Sceriffo Labat:

Il mio staff ed io apprezziamo moltissimo gli sforzi che lei ha fatto per aumentare la sicurezza del Tribunale della Contea di Fulton. Mentre questi sforzi sono stati rivolti necessità di sicurezza in relazioni a diversi processi e investigazioni di alto profilo, il bisogno di sicurezza aumenterà.

Nel prossimo futuro annuncerò le decisioni d’incriminazione risultanti dalle inchieste che il mio ufficio ha condotto concernenti una possibile interferenza criminale nell’amministrazione dell’elezione presidenziale della Georgia. Le invio questa lettera per portare alla sua attenzione la necessità di un più alto livello di sicurezza, prevenzione e preparazione nei prossimi mesi a causa di questo annuncio imminente.

Dell’intelligence open-source ha indicato che l’annuncio delle decisioni in questo caso potrebbero provocare una reazione pubblica significativa. Abbiamo visto negli anni recenti che alcune persone potrebbero andare oltre espressioni pubbliche di opinioni che sono protette dal Primo Emendamento per attuare atti di violenza che metteranno in pericolo la sicurezza della nostra comunità. Nella nostra qualità di leader, è nostro dovere preparaci.)

(Annuncerò le decisioni d’incriminazione risultanti da questa inchiesta nel corso del quarto periodo della Corte Superiore della Contea di Fulton, che inizierà l’11 luglio 2023 e terminerà il 1° settembre 2023. La prego di considerare questa lettera come preavviso per permetterle di avere tempo sufficiente per preparare l’Ufficio dello Sceriffo e per coordinare [le operazioni] con le agenzie locali, statali e federali al fine di assicurare che le nostre forze dell’’ordine pubblico saranno pronte a proteggere il pubblico.

Mentre inizia il nostro processo di pianificazione strategica la collaborazione con il mio team è essenziale. Il mio team la contatterà nei prossimi giorni per organizzare gli incontri opportuni.

Il mio staff ed io le siamo riconoscenti per il lavoro svolto dall’Ufficio dello Sceriffo nell’assicurare la sicurezza del pubblico durante questo periodo. La ringrazio per i suoi sforzi e attendiamo di lavorare con lei.)

Desidero sottolineare che sono ia passato state prese precauzioni del genere soltanto in pochi casi eccezionali, soprattutto per processi nei confronti di mafiosi d’alto profilo; non è mai successo nel caso di investigazioni come quella condotta da Fani Willis.

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