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Online INAD lIndice Nazionale dei Domicili Digitali: cosè e perché è utile registrarsi

Al via l’atteso INAD – Indice Nazionale dei Domicili Digitali, istituito dall’art. 6-quater comma 1 del Codice dell’Amministrazione Digitale. Dal 6 giugno scorso tutti i cittadini possono eleggere il proprio domicilio digitale indicando un indirizzo PEC del quale sono titolari, in modo da ricevere nella propria casella di posta elettronica certificata le comunicazioni aventi valore legale da parte della PA. INAD, nato dalla collaborazione fra AgID, il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio e Infocamere, la società delle Camere di commercio per l’innovazione digitale, è consultabile liberamente dal 6 luglio 2023, sia per la PA che per i cittadini.

Insieme ad altre piattaforme abilitanti come l’ANPR (Anagrafe nazionale della popolazione residente) o la PND (Piattaforma delle notifiche digitali degli atti pubblici), l’INAD può dare un’accelerazione importante ai processi di modernizzazione della pubblica amministrazione, innescando uno switch off dei comportamenti dei cittadini verso l’effettiva adozione dei servizi digitali. La digitalizzazione della PA è di fatto una priorità riconosciuta nell’impostazione della strategia per l’Italia digitale 2026, che prevede azioni mirate per facilitare l’accesso di cittadini e imprese alla pubblica amministrazione, come l’esteso utilizzo dell’identità digitale (SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale e CIE – Carta d’Identità Elettronica) e del domicilio digitale (la cui scelta per il cittadino è facoltativa, mentre per la PA diventa obbligatorio il suo utilizzo nel momento in cui il domicilio è eletto).

In questo sforzo di ristrutturazione digitale del Paese, il PNRR svolge un ruolo trainante. L’articolo 27 del Decreto-Legge 6 novembre 2021 n.152, recante disposizioni urgenti per la sua attuazione, introduce infatti delle modifiche al Codice dell’Amministrazione Digitale (decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82), intervenendo sul corpo degli articoli 3-bis (Identità digitale e domicilio digitale), 6-quater (INAD), 62 (Anagrafe nazionale della popolazione residente).

  • Articolo 3-bis, comma 1-ter. È stata estesa la modalità di elezione e di accesso al domicilio digitale per i cittadini, non solo tramite INAD, ma anche mediante l’utilizzo dei servizi resi dall’ANPR o dall’Ufficio dell’Anagrafe del Comune di residenza (anche se questo non avrà valore di domicilio digitale fin quando l’amministrazione non lo avrà inserito nell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente).
  • Art. 6-quarter. È stato stabilito che non occorrerà più attendere il completamento dell’ANPR ai fini del trasferimento dei dati. AgID provvederà all’aggiornamento e al trasferimento dei domicili digitali delle persone fisiche contenuti nell’elenco INAD nell’ANPR e il Ministero dell’interno provvederà all’aggiornamento e al trasferimento dei domicili digitali delle persone fisiche contenuti nell’ANPR nell’elenco INAD. Quanto stabilito garantirà un costante allineamento delle due piattaforme.
  • Art. 62 al comma 3. È stata ampliata l’offerta dei servizi erogati on-line a cittadini e imprese direttamente o tramite “soggetti affidatari dei servizi”.

“Si tratta di un progresso importante. Il domicilio digitale, insieme alla Piattaforma Notifiche, ci consentirà di compiere un passo avanti fondamentale per la digitalizzazione del Paese e la semplificazione dei rapporti tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione. Attraverso il domicilio digitale, infatti, cittadini, professionisti e aziende potranno beneficiare di un canale semplice e immediato per ricevere le comunicazioni ufficiali da parte della PA, con un risparmio significativo di tempi e costi”, ha dichiarato il Sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti.

Che cos’è l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali

Regolato da norma CAD, l’INAD è l’Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato, non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese. La sua gestione è affidata all’Agenzia per l’Italia Digitale, con il supporto di InfoCamere che ha realizzato la piattaforma per la raccolta e aggiornamento degli indirizzi. Le modalità di gestione operativa dell’INAD sono definite dalle Linee guida adottate da AgID con Determinazione n. 191 del 7 luglio 2022.

Che cos’è il domicilio digitale

Il domicilio digitale è – ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera n-ter del CAD – un indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale. Al momento lo strumento associato al domicilio digitale è la PEC e il recapito certificato qualificato a norma EIDAS sostituirà la PEC solo dopo che un DPCM stabilirà i criteri di adozione standard validi per tutti i futuri provider.

Chi può eleggere il domicilio digitale

Possono eleggere il proprio domicilio digitale mediante registrazione nell’INAD:

  • le persone fisiche che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e che abbiano la capacità di agire (i cittadini, come anticipato, possono eleggere il domicilio digitale anche mediante l’ANPR);
  • i professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi ai sensi della legge n. 4/2013 sulle professioni non riconosciute;
  • gli enti di diritto privato non presenti negli elenchi INI-PEC, l’Indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti. In quest’ultimo caso la registrazione deve essere effettuata dal legale rappresentante o da un suo delegato.

Come registrarsi e accedere a INAD

La normativa prevede la creazione di un indice pubblico a livello nazionale, contenente le informazioni relative alla elezione, modifica o cessazione del domicilio digitale. Accedendo al sito https://domiciliodigitale.gov.it e identificandosi tramite SPID, CIE o CNS, è possibile inserire il proprio recapito certificato da eleggere come domicilio digitale.

Chi può consultare l’INAD

La consultazione on-line dell’elenco è consentita a chiunque in modo rapido, sicuro e senza necessità di autenticazione (ai sensi dell’art. 6-quinquies (Consultazione e accesso), comma 1, del CAD). Dal 6 luglio, tramite piattaforma INAD è possibile inserire il codice fiscale della persona di cui si vuol conoscere il domicilio digitale. 

Gli effetti derivanti dall’uso del domicilio digitale sono dalle norme equiparati a quelli generati dalla raccomandata ordinaria, ragione per cui il domicilio digitale deve essere un dato pubblico, facilmente reperibile per il suo utilizzo. Le pubbliche amministrazioni, i gestori di pubblico servizio e i soggetti privati aventi diritto potranno consultare INAD in modalità applicativa, attraverso apposite interfacce dedicate, rese fruibili mediante la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), già disponibili in ambiente di test. E l’estrazione dei domicili digitali dagli elenchi è effettuata secondo le modalità fissate da AgID nelle Linee guida.

I vantaggi dell’INAD per le PA

L’accesso a un indice nazionale dei Domicili digitali offre alle pubbliche amministrazioni numerosi vantaggi, nell’ottica della sostenibilità sociale, economica e ambientale. Garantisce una ricezione tempestiva delle comunicazioni, con un risparmio notevole sui tempi di spedizione e ricezione; il risparmio sui costi di postalizzazione (stampa, invio e gestione delle comunicazioni cartacee); l’automatizzazione delle notifiche. Tali benefici migliorano l’efficienza e la trasparenza nel rapporto tra PA e cittadini aderenti al sistema INAD.

Cosa cambia per i professionisti iscritti a INI-PEC

Con la piena applicazione dell’articolo 6-quater, comma 2, del CAD, tutti gli indirizzi PEC dei professionisti presenti in INI-PEC sono stati eletti automaticamente anche su INAD come domicili digitali di persone fisiche. Resta salva la possibilità per i professionisti di modificare il domicilio su INAD, eleggendone uno diverso da quello presente in INI-PEC.

In sintesi

Il Domicilio digitale favorisce una comunicazione più efficiente tra cittadini e amministrazione pubblica, ottimizzando i tempi e le risorse per entrambe le parti, e garantisce una maggiore accessibilità ai servizi forniti dalla PA.

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