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Scuole connesse, Corte dei conti europea: per colmare il digital divide c’è ancora molto lavoro da fare

L’importanza dell’istruzione digitale è riconosciuta a tutti i livelli istituzionali, che siano nazionali o europei, come elemento in grado di consentire a tutti gli studenti di avere pari opportunità e più ampie possibilità di apprendimento. Uno studio condotto nel 2018 dall’OCSE ha evidenziato che gli studenti di “scuole connesse” a internet e adeguatamente attrezzate con computer riesco a giovare dei vantaggi di internet e ottengono migliori risultati in termini di apprendimento (Fonte Piano 2018 Results). In questo contesto, il lavoro sul territorio diventa estremamente importante e un ruolo cruciale è affidato agli operatori di mercato: EOLO, ad esempio, che da anni si impegna per estendere la banda larga ai territori dove questa non arriva, connette ormai circa 800 scuole, di cui il 10% raggiunto soltanto nell’ultimo anno.

L’Unione Europea ha promosso da tempo lo sviluppo di un ecosistema europeo di istruzione digitale, con molti strumenti messi a disposizione tra cui spiccano i fondi per una politica di coesione e, ovviamente, il PNRR. Grazie anche a queste risorse UE, l’Italia ha messo in atto il Piano “Scuole Connesse”. Un programma che rende prioritari gli interventi per dotare le scuole di una connessione Internet ad alta velocità.

Che cosa è il Piano scuole connesse

Il Piano “Scuole connesse”, come si legge sul portale del Dipartimento per la trasformazione digitale, comprende una serie di interventi messi in atto per fornire accesso a internet a tutte le sedi scolastiche. Ecco com’è suddiviso il Piano scuole connesse:

  • Fase 1: la fase prevede l’intervento pubblico per la fornitura della connessione a 35.000 strutture scolastiche (circa il 78% del totale), cioè di tutti gli edifici delle scuole secondarie di primo e secondo grado e, nelle “aree bianche”, anche il collegamento di tutti i plessi delle scuole primarie e dell’infanzia; nonché la connettività per cinque anni, inclusi i servizi di manutenzione e di assistenza tecnica. Questa fase dovrà essere completata entro il 2023, dal soggetto attuatore del Piano, Infratel Italia S.p.a. Le risorse stanziate sono pari a 400 milioni di euro.
  • Fase 2: questa fase è finanziata dal PNRR con circa 184 milioni di euro e prevede interventi per connettere con internet, con velocità simmetriche di almeno 1Gbps, circa 10 mila sedi scolastiche di tutto il territorio italiano suddiviso in otto aree geografiche (c.d. lotti).  Le attività di infrastrutturazione dovranno concludersi entro il 30 giugno 2026.
  • Questi elementi si sommano al Piano voucher un intervento già concluso che ha consentito alle famiglie in difficoltà economica di acquistare tablet e pc in modo agevolato sottoscrivendo un contratto di connessione veloce a Internet. Il Piano prevedeva uno stanziamento di circa 200 milioni di euro dai Fondi Sviluppo e Coesione (FSC) 2014 – 2020.

Al 30 settembre sono state attivate ben 17.723 scuole con l’intervento Infratel pari al 62,69% e 1.994 scuole con intervento delle società regionali pari al 49,89% per un totale complessivo del 61,10% delle scuole da attivare, evidenzia il sito del soggetto attuatore Infratel. I cittadini possono individuare per il proprio comune le scuole pianificate e il loro stato di connessione consultando direttamente la mappa interattiva.

Gli ultimi dati pubblicati indicano come scuole connesse il 62,2% (20.039) di cui 18009 attivate dal bando Infratel, e da connettere il 37,8% (12.169) – fonte sito bandaultralarga 

Digital divide: il ruolo degli operatori di mercato

Non è tutto oro quel che luccica. La relazione della Corte dei conti europea, nell’analizzare lo stato dell’arte e il lavoro fatto dai vari Stati membri, come si legge nel comunicato stampa di aprile 2023, evidenzia che “i finanziamenti dell’UE per sostenere il potenziamento della digitalizzazione delle scuole non hanno prodotto tutto l’impatto atteso, soprattutto perché negli Stati membri è mancato un orientamento strategico nel loro utilizzo”. Molto c’è ancora da fare, dunque: “numerosi istituti scolastici segnalano tuttora la carenza di attrezzature oppure ulteriori necessità di formazione degli insegnanti” si legge nella nota.

EOLO è da sempre consapevole del lavoro necessario e mette a disposizione una tecnologia FWA a onde radio che garantisce la copertura dove non arriva la fibra, offrendo una connessione fino a 300 mbps in download e permettendo di colmare i gap geografici e strutturali che impediscono l’accesso a internet. La tecnologia FWA (Fixed Wireless Access) sfruttando le frequenze radio per la trasmissione dati, permette anche alle scuole nelle zone più remote del Paese (montane, rurali ecc) di avere un accesso a internet e quindi poter svolgere le attività quotidiane, che siano didattiche o amministrative. L’infrastruttura di rete prevede una rete di torri di trasmissione (BTS) che inviano il segnale radio e antenne di ricezione installate presso gli edifici. I BTS sono punti di accesso alla rete e sul territorio italiano ce ne sono oltre 4.100, che assicurano l’accesso ad internet a oltre 6.900 comuni in tutte le regioni.

Le offerte EOLO Azienda dedicate agli Enti Pubblici sono presenti anche sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA), con un valore inferiore alla soglia comunitaria.

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