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E-waste, entro il 2030 l’AI generativa potrebbe causare annualmente 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici

Una ricerca recente, pubblicata sulla rivista Nature e condotta da studiosi dell’Università di Cambridge e dell’Accademia Cinese delle Scienze, stima che l’espansione dell’AI generativa potrebbe generare, entro il 2030, fino a 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici (e-waste) ogni anno, equivalenti a circa 10 miliardi di iPhone.

L’aumento esponenziale della domanda di hardware avanzato, come GPU e server di alto livello, insieme alla necessità di un costante aggiornamento tecnologico, sta facendo crescere il rischio di obsolescenza rapida dei dispositivi. I ricercatori evidenziano come il problema non risieda tanto nella domanda energetica quanto nella gestione dei materiali e del ciclo di vita degli strumenti hardware.

Lo studio esplora soluzioni di mitigazione, come il riciclo e il riutilizzo dei componenti, e sostiene che l’adozione di pratiche di “economia circolare” potrebbe ridurre drasticamente l’e-waste fino all’86%, a patto che le aziende si impegnino a rinnovare l’infrastruttura con strategie sostenibili.

Ad esempio, i chip più obsoleti potrebbero trovare impiego in attività meno intensive, prolungando il loro utilizzo e riducendo i costi di smaltimento. Tuttavia, tale scenario dipende dalla scelta consapevole di ricorrere a pratiche di riutilizzo, piuttosto che sostituire l’hardware senza soluzioni di riadattamento.

L’articolo suggerisce infine che la riduzione dei rifiuti tecnologici, anziché inevitabile, sia una questione di volontà e responsabilità, a fronte di un’espansione dell’AI che, se non gestita con attenzione, potrebbe aggravare seriamente la crisi ambientale già in corso.

Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.

Meta sviluppa il proprio motore di ricerca AI

Meta Platforms Inc., azienda madre di Facebook, ha avviato lo sviluppo di un motore di ricerca indipendente per il suo chatbot AI, cercando di ridurre la dipendenza da Google e Bing di Microsoft, finora utilizzati per fornire informazioni su notizie, sport e borsa agli utenti di Meta AI. Questo progetto rappresenta un passo strategico per Meta, volto a ottenere maggiore autonomia nel fornire dati e contenuti ai propri utenti, sfruttando un motore di ricerca proprietario che possa navigare e raccogliere informazioni in modo più diretto e controllato. Secondo fonti vicine al team di sviluppo, questa mossa si inserisce in una visione di Meta di competere nel settore delle ricerche AI senza affidarsi esclusivamente a fornitori esterni. L’annuncio ha avuto un impatto sui mercati finanziari, con le azioni di Alphabet Inc., casa madre di Google, che hanno registrato un lieve calo dello 0,8%, mentre Meta ha visto un incremento dello 0,3%. Questo sviluppo sottolinea la crescente rivalità tra le grandi piattaforme tecnologiche nell’ambito dell’AI e riflette la strategia di Meta di ampliare le proprie capacità tecnologiche per competere in un mercato in rapida evoluzione, dove la gestione autonoma dei dati e la capacità di offrire soluzioni di ricerca all’avanguardia diventano fattori chiave di successo.

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