Oltre 400 persone hanno partecipato a FORUM Sanità 2023. Nei due giorni di manifestazione, tra Scenari, Accademy, Coffee Talk e interviste, si è discusso dei principali temi dell’innovazione nella sanità, come la connected Health, l’ospedale del futuro e il territorio. È emersa una forte volontà di convergenza su questi grandi temi, con un confronto multidisciplinare da diverse prospettive e un’attitudine costruttiva per affrontare questa nuova fase della rivoluzione sanitaria che stiamo vivendo. Tra i temi emersi l’importanza del dato e dell’interoperabilità, che collega tutti gli interventi sulla tecnologia del Fascicolo Sanitario Elettronico. Abbiamo avuto una conversazione con Alessio Nardini, Direttore generale dell’Unità di missione del PNRR del Ministero della Salute, e con Mauro Moruzzi, Esperto e-Health del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, riguardo al tema dei dati, del PNRR e delle sfide dell’attuazione. E nella seconda giornata di manifestazione abbiamo anche dedicato un momento alla premiazione delle migliori progettualità sui temi di innovazione digitale. Abbiamo anche discusso, tra i tanti temi, del DM 77/2022, confrontando diverse esperienze e modelli di assistenza che stanno prendendo avvio su tutto il territorio nazionale.
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Territorio digitale e Connected Health
I servizi sanitari e socio-sanitari sul territorio stanno cambiando pelle in seguito all’introduzione del DM 77/2022 sui nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel ssn. Ma a che punto è l’attuazione del DM 77? Come evidenzia Domenico Mantoan, Direttore Generale di Agenas, ci troviamo di fronte a un progetto unitario nazionale di riforma dell’assistenza territoriale che integra il digitale (questa volta finanziato). I fondi sono disponibili e c’è una visione unitaria, il PNRR mira a favorire le regioni del sud con la clausola del 40% della distribuzione dei finanziamenti, tuttavia il disegno è molto ambizioso per i tempi di attuazione. Dal punto di vista di Agenas (che ha già condotto due monitoraggi e ne pubblicherà uno a breve sul DM 77), la sfida più grande è quella che ognuno è chiamato a dare un surplus rispetto al lavoro ordinario, declinando gli ingredienti che sono stati messi a disposizione dal Sistema Nazionale dal centro. Nessuno deve pensare che la ricetta è stata definita e inchiodata in un quadro ben preciso, ognuno è chiamato a declinarlo rispetto alle specificità del territorio in cui vive. Ma quali sono le criticità intercettate nell’attuazione del DM 77 sul territorio e quali obiettivi bisogna perseguire per raggiungere la piena adozione del modello? A questo interrogativo hanno risposto i diversi referenti regionali. Per Massimo Braganti, Direttore Generale di Estar, l’ente che si occupa della gestione ICT della Regione Toscana e il cui obiettivo è conciliare l’omogeneizzazione del software e delle procedure nei diversi territori, la sfida reale a cui far fronte riguarda le questioni organizzative. È necessario condividere e concertare con gli altri attori coinvolti per superare la frammentazione dei sistemi. Le criticità di implementazione sono legate alle differenze regionali e alla mancata chiarezza del modello di assistenza territoriale, è necessario sintetizzare gli ambiti di interpretazione. È quanto è emerso anche dagli interventi di Giovanni Delgrossi, Responsabile dell’Unità Organizzativa Sistemi Informativi e Sanità Digitale della Regione Lombardia, Beatrice Delfrate, Direttrice Servizio Sistema Informativo e privacy, Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, e Pasquale Gidaro, Dirigente dell’Unità Organizzativa Autonoma “Investimenti Sanitari”, Dip.to “Tutela della Salute e Servizi Socio-Sanitari” della Regione Calabria. Al centro della seconda parte dello scenario il tema del dato e della “Connected Health”, con tanti altri relatori.
Rivedi lo Scenario Territorio digitale e Connected Health di FORUM Sanità 2023, 25 ottobre
Gli “Ospedali” del futuro
Le risorse provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza hanno un impatto significativo sull’evoluzione del Sistema Sanitario e sulla sua sostenibilità economica, permettendo il potenziamento delle infrastrutture sanitarie e il miglioramento dei servizi offerti. Il PNRR e le normative successive non solo hanno destinato fondi economici, ma hanno anche delineato nuove tipologie e architetture delle strutture sanitarie. Durante l’incontro è stata sottolineata, in particolare, la dicotomia tra gli ospedali obsoleti dal punto di vista architettonico e l’investimento necessario per la costruzione di nuove strutture ospedaliere. Ci siamo occupati principalmente degli aspetti fisici e delle architetture di rete degli ospedali, ma anche di tutti i servizi di filiera che supportano questi organismi estremamente complessi. Un punto chiave su cui si sono concentrate le riflessioni, idee e suggerimenti è la sala operatoria, che rappresenta un elemento nodale per la maggior parte degli ospedali. È un ambiente estremamente complesso dal punto di vista fisico, tecnico, organizzativo e gestionale. Spesso rappresenta anche un collo di bottiglia; è all’ordine del giorno anche il tema delle liste d’attesa. Franca Dall’Occo, Direttore Generale ASLTO3 della Regione Piemonte e Vicepresidente Federsanità, ha notato che durante la valutazione dei partenariati pubblici-privati si presta spesso molta attenzione all’aspetto architettonico, trascurando invece la progettazione dei servizi di filiera e logistici all’interno degli ospedali, che hanno una notevole ripercussione sull’efficienza delle strutture ospedaliere. Pertanto, sia le imprese coinvolte che coloro che valutano questi progetti dovrebbero focalizzarsi sull’opportunità di strutturare in modo razionale i percorsi delle sale operatorie, dei reparti e dell’intera filiera ospedaliera, al fine di accogliere i servizi che sono fondamentali per migliorare il processo di cura. In che modo la qualità delle strutture edilizie può impattare sull’efficienza e sull’efficacia con cui le prestazioni e le attività caratteristiche di supporto dell’ospedale vengono erogate verso gli utenti, verso i pazienti? E in che modo queste strutture influiscono anche sul benessere del personale medico? A queste prime domande hanno risposto Monica Calamai, Fondatrice e Coordinatrice “Community Donne Protagoniste in Sanità” e Direttrice Generale AUSL/AOU Ferrara, Achille Berardi, Responsabile sviluppo commerciale dispostivi medici dei Servizi Italia e altri relatori presenti durante la sessione “Architetture e servizi di filiera per l’ospedale del futuro”. Nell’ambito dello stesso scenario, c’è stata poi una seconda tavola rotonda dedicata al tema delle “Infrastrutture e soluzioni digitali”.
Rivedi lo Scenario Gli “Ospedali” del futuro di FORUM Sanità 2023, 25 ottobre
Health Data & FSE
La valorizzazione efficace dei dati sanitari del cittadino/paziente è diventata prioritaria nell’ambito della salute. Le ricerche degli Osservatori Digital innovation del Politecnico di Milano ci dicono che la capacità, gli approcci, le tecniche per valorizzare i dati hanno ampi margini di miglioramento. La maggior parte delle aziende sanitarie risulta ancora sprovvista di un’infrastruttura informatica in grado di raccogliere in modo omogeneo a livello aziendale i dati esterni, quindi i dati ambientali provenienti da App, wearable, social media, piuttosto che l’utilizzo di Advanced Analytics, quindi artificial intelligence, machine Learning. Considerando le attuali sfide a fronte di dati disponibili nel settore sanitario, quali sono gli ambiti di maggiore interesse in termini di massimizzazione del valore dell’utilizzo dei dati e miglioramento dell’assistenza sanitaria? È la domanda che è stata posta ai Direttori generali delle varie strutture sanitarie presenti all’incontro. “La trasparenza dei direttori nel fornire e mostrare i dati, partendo da un confronto sui dati stessi, è garanzia di un colloquio proficuo con i professionisti, è la principale fonte di democrazia” per Callisto Marco Bravi, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona. Paolo Petralia, Direttore Generale ASL 4 Liguria e Vice Presidente Vicario Fiaso, ha posto l’attenzione sul valore del dato come espressione dell’identità della persona, laddove il dato naturalmente si riferisca a dati clinici, a dati sanitari, a dati individuali. Va spiegato e recuperato il significato culturale del dato, che è un qualcosa che si innesta profondamente nell’identità della persona e che non può essere dissociata da essa. Rispettando i dati, rispettiamo anche la persona. Giovanni Filippini, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, ha evidenziato come la maggior parte delle malattie animali hanno una ricaduta importantissima nell’uomo; più del 70% delle malattie dell’uomo derivano dagli animali, motivo per cui i due mondi andrebbero integrati secondo l’approccio One Health. È stata poi posta una domanda ai Responsabili informativi: quanti sistemi informativi operano in modo autonomo per l’estrazione dei dati rilevanti nelle direzioni delle aziende e quali sfide sono state identificate in termini di integrazione e accessibilità di tali dati?
Rivedi lo Scenario Health Data & FSE di FORUM Sanità 2023, 26 ottobre
Persone e ruoli per la Sanità digitale
Nella fase di realizzazione del PNRR, il Change Management, le competenze e le persone diventeranno punti chiave. Il DESI ci ricorda che, sebbene siamo in linea con la media europea per quanto riguarda la disponibilità di servizi digitali, siamo solo terzultimi per quanto riguarda il loro utilizzo effettivo. C’è quindi il rischio – evidenzia Mariano Corso, Presidente P4I e Responsabile Scientifico dell’ Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano – che l’accelerazione nella realizzazione di infrastrutture e tecnologie si traduca in un aumento del gap tra disponibilità di strumenti e il loro reale utilizzo. Il PNRR riconosce il problema e prevede l’allocazione di risorse significative per la formazione, ma è necessario coinvolgere attivamente caregiver, operatori sanitari e pazienti, che diventeranno sempre più attori attivi e co-produttori nel percorso di cura. L’approccio tradizionale che mette l’attenzione sulla progettazione e realizzazione delle infrastrutture, prima di occuparsi della formazione delle persone, è sbagliato. Ci può spingere a creare altri asset tecnologici di scarsa usabilità. Le persone devono essere, invece, il punto di partenza e di arrivo. “Il Change Management non riguarda solo la formazione, ma implica un coinvolgimento anticipato, un pensiero orientato all’usabilità, la creazione di una visione e consapevolezza, l’engagement a tutti i livelli e l’essere fonte di ispirazione di comportamenti”, sottolinea Corso. Angelo Aliquò, Direttore Generale dell’IRCCS Spallanzani, riflette sulla necessità e sulla possibilità di copiare le esperienze migliori; possiamo imparare da altri modelli, ad esempio dal modello dell’Aeronautica, delle organizzazioni ad alta affidabilità. Il ruolo del direttore generale non è quello di essere l’autorità massima, ma di mettere gli altri in condizione di lavorare al meglio e in questo risiede il fattore umano. “Il ricordo buono che possiamo lasciare è proporzionale alla capacità che abbiamo avuto di interagire, di prenderci carico dei problemi che diventano i problemi della gente”. Oltre a fornire strumenti informatici e tecnologie, occorre creare un ambiente che favorisca la partecipazione di tutti al progetto che si ha in testa, secondo un modello di sanità innovativa di connected care. Secondo Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, la trasformazione digitale nel settore sanitario ha posto un’enfasi eccessiva sulla tecnologia, trascurando le competenze dei professionisti e degli stakeholder, come pazienti, familiari e caregiver. Le competenze, intese nel senso anglosassone, comprendono conoscenze, abilità tecniche e attitudini. Nel sistema sanitario nazionale, tuttavia, spesso ci si è concentrati principalmente sulle competenze tecniche, trascurando le attitudini. Nella trasformazione digitale, le attitudini giocano invece un ruolo significativo, poiché sono influenzate da fattori come l’alfabetizzazione digitale e l’età della persona, che condizionano le capacità di apprendimento, ecco perché pur mettendo in campo processi formativi non è detto che riescano a cambiare i comportamenti professionali. È importante adottare un approccio formativo mirato e targettizzato in base alle capacità individuali di cambiamento per ottenere risultati significativi. Per Maria Beatrice Stasi , Direttore Generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, esiste una parte del mondo professionale, composta da dirigenti, ingegneri, avvocati e personale amministrativo, che richiede riconoscimento e rispetto. Non si può seguire una logica top-down, ma è necessario promuovere gli incubatoi di idee, attrarre i giovani con la credibilità del lavoro svolto per poi coltivarli attraverso formazione e opportunità di crescita. Vito Montanaro, Direttore Dipartimento Sanità della Regione Puglia, evidenzia come il 90% delle transazioni a livello mondiale, compresa la transazione finanziaria alla base dei servizi pubblici, riguardi la sanità, il che sottolinea l’importanza del settore. Soprattutto in periodi critici come quello del Covid-19, essere direttore generale di un’azienda sanitaria o di un Dipartimento della salute di qualsiasi regione richiede competenze di leadership e una revisione dei percorsi formativi, non solo per i manager, ma anche per coloro che devono dirigere i micro o macrosistemi del sistema sanitario nazionale. Montanaro ritiene che logica del gioco di squadra sia uno dei modelli chiave per portare cambiamenti significativi in questo settore, e sottolinea l’importanza della telemedicina e della digitalizzazione, quali strumenti autorevoli che obbligano a lavorare in squadra. In conclusione, affrontare il change management in questa nuova fase richiede non solo formazione, ma anche lavorare sui comportamenti, sulle attitudini e sulle soft skill, e anche capacità di stimolare e attivare idee ed energie positive. Liberare l’energia presente rappresenta una grande sfida di leadership.
Rivedi lo Scenario Persone e ruoli per la Sanità digitale di FORUM Sanità 2023, 26 ottobre
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