La capacità di non temere le differenze e la disabilità e di cogliere in esse un’opportunità di miglioramento è divenuta la sfida di questo millennio. Il diversity management sposa questa filosofia e consente ai datori di lavoro di adottare pratiche e politiche per gestire e valorizzare le diversità.
La cultura della differenza è oramai al centro della società moderna; questa consapevolezza, oggi acquisita anche in ambito aziendale, va di pari passo al cambiamento culturale, ai flussi migratori, all’accettazione della disabilità e alla diffusione delle politiche “non discriminatorie”.
Le differenze sono il vero valore aggiunto dell’essere umano e per la pubblica amministrazione la valorizzazione della diversità, attraverso piani organizzativi dedicati, contribuisce alla progettazione di servizi citizen-centric e alla creazione di un ambiente di lavoro inclusivo e sereno.
Cos’è il diversity management
Il diversity management è un approccio organizzativo che, tutelando i diritti fondamentali dell’individuo anche sotto il profilo legislativo, propone una serie di misure e politiche volte a favorire un ambiente di lavoro inclusivo e capace di riconoscere, rispettare e valorizzare le caratteristiche personali e l’unicità di ogni lavoratore e lavoratrice, in quanto potenziale che ognuno porta in sé.
Il diversity managementsi propone così di gestire e promuovere le differenze, considerandole come un valore aggiunto, che impatta positivamente sull’ambiente di lavoro e sull’organizzazione nel suo complesso.
In termini di legge, nel 2000 è stata pubblicata la prima Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (Carta di Nizza); ogni stato membro ha sviluppato la propria legislazione nazionale antidiscriminazione; nel 2010 è nata la piattaforma europea delle Diversity Charters. In Italia è stata lanciata nel 2009 la “Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul Lavoro (Italian Diversity Charter).
In Italia sono circa 895 imprese private ad aver firmato la Carta, tra cui circa 450 PMI e 160 enti pubblici, con oltre 700.000 dipendenti.
Fonte: Commissione Europea
Obiettivi e vantaggi del diversity management
Il diversity management ha l’obiettivo di creare un ambiente di lavoro inclusivo, sereno e maggiormente coinvolgente per il dipendente. Nel nuovo modello organizzativo delineato dal diversity management, accanto alle politiche di inclusione, sono identificate azioni propedeutiche alla crescita delle organizzazioni, in termini di innovazione e reputazione.
La gestione inclusiva delle diversità attraverso una strategia di diversity management, infatti, produce diversi vantaggi per un’organizzazione, anche del settore pubblico. Come spiega lo studio “Costi e Benefici della Diversità” del 2003 della Commissione europea, i 5 principali vantaggi sono:
- Rafforzamento dei valori culturali all’interno dell’organizzazione
- Promozione dell’immagine dell’impresa
- Maggiore capacità di attrazione di personale qualificato
- Miglioramento della motivazione e dell’efficienza della forza lavoro
- Miglioramento dell’innovazione e della creatività.
Quali sono gli elementi che caratterizzano il diversity management
Il diversity management impone un cambiamento culturale, oltre che organizzativo, che potremmo riassumere in:.
- combattere tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro, mediante un nuovo approccio alla diversità e il rispetto delle norme;
- riconoscere, gestire e valorizzare le differenze – sia in termini di accesso che nell’avanzamento negli ambienti di lavoro – di ogni lavoratore. Le più diffuse situazioni che generano discriminazione sono (fonte: Fondazione Sodalitas):
- Differenze di età (age diversity)
- Disabilità (disability management)
- Differenze di genere (gender diversity)
- Differenze culturali (cultural diversity)
Diversity management: 10 azioni concrete
Adottando l’approccio del diversity management, lo sviluppo di un piano organizzativo si dovrebbe articolare in dieci azioni concrete, così come enunciate nella Carta delle diversità italiana.
- Definire e attuare politiche di Pari Opportunità, partendo dal vertice
- Attribuire chiare responsabilità relative alle Pari Opportunità a persone o funzioni aziendali
- Superare gli stereotipi di genere
- Integrare il principio nei processi di gestione del personale
- Sensibilizzare e formare tutti i livelli dell’organizzazione
- Monitorare l’andamento e valutare l’impatto delle pratiche
- Fornire al personale strumenti di garanzia
- Fornire strumenti concreti per favorire la conciliazione famiglia-lavoro
- Comunicare al personale l’impegno, i progetti e i risultati
- Promuovere la visibilità esterna dell’impegno, dare testimonianza.
Il diversity management nella PA
Oggi sono diverse le pubbliche amministrazioni che adottano pratiche e politiche del diversity management, introducendo la figura del Diversity Manager per coordinare le strategie e per gestire e valorizzare le specificità di ognuno e ognuna all’interno dell’ambiente di lavoro. In una società sempre più interconnessa e multiculturale, la pubblica amministrazione ha l’obbligo di accogliere la diversità e creare servizi a misura di cittadino, favorendo l’inclusione, la parità dei diritti e la partecipazione democratica.
Il diversity management apre la PA alla modernità e alla crescita, permettendogli al contempo di migliorare il benessere organizzativo e di intercettare i bisogni emergenti di una comunità in continua evoluzione, trasformandoli in servizi. Aziende come Indeed, che hanno avviato diverse riflessioni sul tema, possono supportare la PA nella creazione di un ambiente di lavoro inclusivo, che promuova la diversità e il senso di appartenenza all’amministrazione. Perché l’adozione di un approccio di diversity management rafforza l’immagine positiva di un’amministrazione amica del cittadino, ma anche di un buon datore di lavoro.
L'articolo Diversity management: cos’è e come introdurlo nella PA proviene da FPA.
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