Il Governo presenta il maxiemendamento alla manovra. Proseguono le votazioni
A due settimane dal termine ultimo per varare la legge di bilancio, il Governo corregge la manovra con il nuovo maxiemendamento anticipato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, arrivato in commissione in tarda mattinata in tempo per far esplodere la protesta delle opposizioni in Capigruppo al Senato. Nella riunione, che ha fissato per lunedì l’arrivo in Aula della legge di Bilancio per il primo via libera entro il giorno successivo, Pd, M5S, Avs e Italia viva hanno chiesto tempo per esaminare il testo. Di fatto una nuova mini-manovra: muove 1,3 miliardi per Transizione 4.0, mezzo miliardo per rifinanziare la Zes, prevede una doppia stretta sulla pensione anticipata allungando le cosiddette finestre mobili per le uscite e dà meno peso al riscatto della laurea (fino a 30 mesi per chi andrà in pensione nel 2035) ai fini del calcolo dell’anzianità contributiva. Inoltre, arriva l’adesione automatica, con il silenzio-assenso, alla previdenza complementare per i neoassunti: il lavoratore avrà 60 giorni per scegliere di non aderire la quota del Tfr nei fondi pensione.
Dall’altro lato, si amplia la platea delle imprese tenute a versare mensilmente la quota di Tfr nel fondo Inps, facendo rientrare non solo quelle che all’inizio dell’attività hanno almeno 50 dipendenti ma anche quelle che sono cresciute successivamente. Venendo incontro alla richiesta di Confindustria, il Governo allunga l’iper e superammortamento per le imprese che acquistano beni strumentali fino al 30 settembre 2028, ma via le aliquote maggiorate, fino al 220%. In arrivo poi mezzo miliardo per il rifinanziamento del credito d’imposta per la Zes unica. All’attivo, il Governo calcola 1,3 miliardi di anticipi di liquidità da parte delle Assicurazioni. Nuove risorse arrivano poi dalla revisione del Pnrr. Infine, ci sono modifiche alle tabelle dei ministeri, con la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo Stretto (780 milioni spostati al 2033) e risorse ad hoc per il Piano Casa, 150 milioni per il 2026 e altrettanti per l’anno successivo.
“Un emendamento corposo ma necessario”, lo definisce il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, in Senato per la riunione con i Capigruppo nella quale è stato deciso il calendario per l’Aula: “C’è tutto il tempo per fare il lavoro in Commissione e arrivare nella giornata di lunedì, martedì in Aula”. I capigruppo fissano il calendario in modo da dare il primo sì alla legge di Bilancio nell’ultimo giorno utile, il 23 dicembre. Considerando le feste natalizie, poi la Camera sarà costretta a una maratona per chiudere il testo, blindato, almeno entro il 30 dicembre e dare il tempo per la promulgazione della legge. La maggioranza punta concludere in Commissione venerdì: “Ritengo che ci siano tutte le condizioni”, spiega il relatore di FdI Guido Liris. Ieri si sono tenuti i primi voti, con i primi sì a modifiche bipartisan sugli Enti locali, questa sera le votazioni andranno avanti fini a tarda sera per poi riprendere domani dopo i lavori dell’Aula sul decreto Anticipi. (Segui la legge di bilancio 2026 con Nomos)
Meloni rimane cauta sugli asset russi, si decide al Consiglio Ue
Giorgia Meloni nel discorso che terrà alle Camere parlerà dei dubbi italiani, rinviando alla discussione che ci sarà giovedì, e forse anche venerdì, al Consiglio europeo sugli asset russi. La premier certo ribadirà che l’Italia continua a restare fermamente dalla parte dell’Ucraina e che va sostenuto lo sforzo americano per la pace evitando di dividere l’Occidente, ma non nasconderà le difficoltà a costruire un meccanismo per continuare a finanziare Kiev nel 2026 e nel 2027 che possa avvalersi dei beni russi che diventeranno congelati sine die, fino a quando non cesseranno le ostilità, senza più il rinnovo mese per mese. L’Italia, insieme a Belgio, Bulgaria e Malta, ha già messo in guardia i partner europei dalle “fughe tecniche in avanti” ma, data la portata “giuridica, finanziaria e istituzionale” di un utilizzo degli asset, ha invitato a una più approfondita valutazione politica, che si farà a Bruxelles.
Parallelamente alla riunione del Consiglio, i 27 continueranno a monitorare l’andamento dei negoziati, nella consapevolezza che in ogni caso la questione delle risorse per l’Ucraina rimane un’emergenza. Tutte le perplessità la premier e i Ministri le hanno illustrate anche a Sergio Mattarella, nel consueto pranzo che precede il summit Ue, un incontro che viene descritto in un clima sereno, condito anche da un brindisi per festeggiare il compleanno di Giancarlo Giorgetti, che cade in un momento particolarmente intenso per il ministero dell’Economia. Mattarella si sarebbe limitato ad ascoltare i punti messi in evidenza dai suoi interlocutori che avrebbero sollevato tutte le obiezioni sulle quali l’esecutivo si sta interrogando, senza però indicare una specifica soluzione. Le perplessità italiane, peraltro, saranno messe nero su bianco anche nella risoluzione che la maggioranza sta affinando in vista del voto di oggi.
Intanto si precisa che nel processo di allargamento la corsia preferenziale va data ai Paesi dei Balcani occidentali rispetto a un futuro ingresso di Kiev. Si mettono poi nero su bianco requisiti piuttosto stringenti per l’erogazione dei fondi al Governo ucraino, che tengano nel giusto conto il rispetto dello stato di diritto e la lotta a riciclaggio e corruzione, un punto, quest’ultimo, su cui ha particolarmente battuto la Lega dopo lo scandalo che ha coinvolto gli uomini più vicini a Volodymyr Zelensky. Oltre alle complicazioni legali, ci sono anche “quelle leghiste”, ammette un big di FdI, proprio mentre la portavoce del Cremlino Maria Zakharova loda Matteo Salvini e la sua analisi sulle possibilità di sconfiggere la Russia, un risultato che non è riuscito “nemmeno a Napoleone o a Hitler”. Il nuovo decreto armi continua a non essere citato anche se l’esecutivo avrebbe già pronto il testo che dovrebbe arrivare nell’ultimo Cdm dell’anno. La maggioranza si presenterà con una risoluzione unitaria, mentre le opposizioni rimangono divise.
Dopo le polemiche il Pd cerca una sintesi condivisa sull’antisemitismo
Il Pd cerca di trovare una quadra sull’antisemitismo, dopo le polemiche dei giorni scorsi sul testo presentato al Senato da Graziano Delrio. All’assemblea dei parlamentari di palazzo Madama “si parla di manovra”, glissa Elly Schlein in mattinata, ma dopo aver fatto il punto sulla legge di bilancio, la proposta sul fine vita ancora da approvare in Senato e la riforma della Corte dei conti, il dibattito entra nel vivo. “Il mandato che abbiamo ricevuto è quello di provare a costruire una proposta condivisa che dimostri quanto siamo seri, preoccupati e attenti a fare sì che tutte le istituzioni contrastino e si adoperino per prevenire qualsiasi forma di discriminazioni e violenza a partire dall’antisemitismo”, spiega Andrea Giorgis, capogruppo Pd in Commissione Affari costituzionali a palazzo Madama. L’idea è quella di partire dalla Dichiarazione di Gerusalemme sull’Antisemitismo e allargare il quadro ad altre forme di violenza. “Il come noi arriviamo a definire una proposta condivisa da tutti non è irrilevante. Abbiamo il dovere politico e morale di trasmettere la nostra consapevolezza su cosa significhi contrastare un crescente antisemitismo. Su questo non ci possiamo dividere o distinguere tra chi si adopera di più e chi di meno”, aggiunge. A stretto giro arriva la replica di Delrio: “Fa parte della libertà dei senatori presentare disegni di legge”, esordisce il parlamentare riformista, aggiungendo subito di trovare “inusuale” la scelta di lavorare a un testo condiviso.
Delrio si dice disponibile a discutere nel merito di quello che potrebbe essere il ddl del Gruppo ma domanda ai colleghi perché non si possa partire dal suo testo, provando a fare chiarezza sui punti più controversi: spiega che non si assume la definizione dell’Ihra (Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto) con forza di legge come invece avviene “nei disegni di legge della destra”, ricorda come questa definizione sia stata adottata da tanti Paesi e sia ampiamente diffusa e rivendica la scelta di non aver inserito nel ddl il reato penale come fatto dalla maggioranza. “La mia legge è tutto il contrario di ciò che si è detto. L’antisemitismo è un fenomeno a sé che ha una sua specificità”, insiste chiedendo ai colleghi di gruppo quale sia “la colpa” del suo ddl, e dicendosi “in caso disposto a cambiarlo”. Il percorso è iniziato”, esultano i riformisti. In ogni caso, se ne riparlerà dopo il 7 gennaio, “Adesso”, è la linea, “tutti insieme al lavoro per rendere chiari i pasticci di una legge di bilancio recessiva”.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 10.00 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time). Alle 11.30 ascolterà le Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre 2025 e alle 17.00, dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia, esaminerà il decreto-legge per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia svolgerà audizioni nell’ambito delle pdl per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari. Con la Lavoro si confronterà e svolgerà audizioni sulle risoluzioni in materia di contrasto ai fenomeni di grave sfruttamento dei lavoratori e di violazione di norme fiscali e contributive nel distretto tessile di Prato da parte di società o cooperative, anche mediante la nomina di un Commissario straordinario. A seguire svolgerà audizioni sul ddl in materia di legittimo impedimento del difensore.
La Esteri proseguirà l’indagine conoscitiva sull’impegno dell’Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni e l’indagine conoscitiva sulle dinamiche geopolitiche nella regione dell’Artico. A seguire svolgerà audizioni nell’ambito dell’esame dell’atto Ue sul “Patto per il Mediterraneo – Un unico mare, un patto, un futuro unito”. La Difesa ascolterà l’Ordinario militare per l’Italia Monsignor Gian Franco Saba sulle linee generali dell’incarico ricoperto. La Cultura svolgerà audizioni sulla risoluzione per la valorizzazione della canzone napoletana classica e sulla risoluzione per la celebrazione del centenario della nascita del Maestro Ennio Morricone.
La Lavoro proseguirà il ciclo di audizioni sulla pdl in materia di welfare dei professionisti iscritti alla Gestione separata presso l’Istituto nazionale della previdenza sociale e misure per il consolidamento delle prestazioni di welfare. La Affari Sociali dibatterà sulla pdl per l’introduzione dell’obbligo di diagnosi autoptica nei casi di morte improvvisa in età infantile e giovanile e proseguirà l’indagine conoscitiva sui Centri di oncofertilità.
La Politiche dell’UE si confronterà sulla proposta di Regolamento Ue per quanto riguarda determinati obblighi che incombono agli operatori e ai commercianti, e sulla proposta di Regolamento Ue per quanto riguarda l’accesso della Procura europea (EPPO) e dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) alle informazioni sull’imposta sul valore aggiunto a livello dell’Unione. Successivamente si confronterà sulla Relazione 2024 della Commissione europea sui princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità e sui rapporti con i Parlamenti nazionali.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi per discutere il rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l’anno finanziario 2024 e il progetto di bilancio interno del Senato per l’anno finanziario 2025. Dalle 16.30 si confronterà sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre 2025.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sul ddl per la delega al Governo in materia di determinazione dei LEP. La Giustizia dibatterà e svolgerà audizioni sul ddl in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso ed esaminerà il ddl per la riforma della disciplina degli ordinamenti professionali. La Politiche dell’Ue dibatterà sulla proposta di direttiva del Consiglio Europeo sulle accise sul tabacco e sui prodotti correlati. Dopo che ieri ha iniziato le prime votazioni, la Bilancio proseguirà l’esame della Legge di Bilancio 2026 e dibatterà sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale. La Finanze esaminerà lo schema di Dlgs sull’adeguamento del Testo unico delle disposizioni in materia d’intermediazione finanziaria.
La Cultura svolger dibatterà sull’affare assegnato relativo al valore storico e artistico del Diamante Fiorentino. La Ambiente dibatterà sullo schema di DPR sugli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica. Si confronterà sullo schema di Dlgs sulla promozione dell’energia da fonti rinnovabili e sullo schema di Dlgs relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie. Infine, esaminerà il decreto-legge Transizione 5.0 e aree idonee e il ddl di valorizzazione della risorsa mare. La Attività Produttive si confronterà sul decreto-legge per la continuità operativa degli stabilimenti ex ILVA e sullo schema di Dlgs sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione.
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