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Medicina predittiva, analisi e condivisione dei dati. “Abbiamo bisogno di un linguaggio comune” intervista a Marottoli (Deda Next)

Implementare soluzioni tecnologiche performanti, che rispondano in maniera efficace al cambiamento dettato dalla transizione al digitale, è certamente una frontiera alla quale le governance regionali e locali in ambito sanitario si stanno via via avvicinando seppur con tempi e strumenti diversi. Per superare i divari attualmente esistenti, ovvero disparità di erogazione del servizio, mancata comunicazione tra gli attori del sistema, scarsa capacità di gestione dei dati e visione sistemica è necessaria una completa integrazione tra i servizi destinati ai cittadini e i processi interni alle organizzazioni. 

E questo alla luce del ruolo sempre più importante rivestito dai dati rispetto alla definizione delle attività di amministrazione, ricerca, prevenzione e nella programmazione sul lungo periodo come nel caso della cosiddetta medicina predittiva. Ne abbiamo parlato con Lucio Marottoli, Market Line Manager Healthcare & Public Sector di Deda Next.

Interoperabilità delle piattaforme e condivisione dei dati

Nella Missione 6 del PNRR Sulla Componente 2 sono stanziati 8,63 miliardi di euro da investire in innovazione e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. E il focus è proprio il potenziamento dell’architettura dei sistemi di elaborazione e analisi dati.  Ma, sebbene ad esempio il Fascicolo Sanitario Elettronico sia stato attivato in tutto il Paese, si pecca ancora in termini di omogeneità di fruizione e scarso utilizzo.

“Per far fronte a frammentazioni e disparità di accesso tra le diverse realtà, bisogna lavorare sugli standard. Solo assicurando infrastrutture informative che parlino un linguaggio comune si può pensare di migliorare i servizi destinati ai cittadini, soprattutto quando si parla di ambito ospedaliero”. Ne è convinto Marottoli che ci spiega come la digital health sia possibile solo se ci concentriamo sull’interoperabilità dei dati.

“E’ fondamentale rendere fruibile in maniera continua le informazioni con un unico punto di smistamento” – afferma – “come nel caso del fascicolo sanitario elettronico 2.0 che altro non è che quel collettore di raccolta di tutte le informazioni che devono essere disponibili per qualsiasi operatore sanitario”.

Significa rendere utilizzabili, in un ciclo continuo, senza interruzioni, le informazioni cliniche personali abilitando l’integrazione tra servizi e processi, mettendo a disposizione un patrimonio di dati che possa essere concepito come interconnesso.

La Sanità evolve nel momento in cui si abbatte questa frammentazione degli applicativi e delle soluzioni gestionali, adottando un linguaggio comune e trasversale. “In altri termini il divario, anche territoriale, precisa Marottoli – spesso è il risultato di una forte verticalizzazione e varietà di processi che cambiano tra aziende sanitarie ma anche tra territori regionali. La soluzione da cui partire è la certezza del dato che trova riconoscimento nel momento in cui abbiamo un approccio sistemico”.

E questo discorso vale ancora di più se pensiamo ai sistemi ospedalieri.

In questo caso un ecosistema informativo unificato consente, mediante l’integrazione dei sistemi dipartimentali, da una parte una visione unitaria del paziente e  dall’altra anche l’ottimizzazione dei processi amministrativi.

“In particolare, quando parliamo di prestazioni sanitarie erogate in un sistema complesso come l’ospedale, noi di Deda Next gestiamo i sistemi informativi, cercando di mettere in correlazione i dati facendoli confluire nei fascicoli regionali e in questo senso stiamo investendo proprio su componenti tecnologiche ed innovazione”.

Marottoli è convinto che sia necessario trovare un linguaggio di dominio, perché quando si parla di sanità inevitabilmente si parla di grandi numeri e l’approccio verso una Next Health, una medicina prossima, proattiva è sicuramente supportato dallo sviluppo di piattaforme in cloud che mettano al centro persone e dati.

Umanesimo digitale, il paziente-persona

A partire da questo scenario complesso dove nello stesso tempo c’è una richiesta di erogazione smart, veloce e personalizzata, è certamente auspicabile un sistema che si ponga come un ponte comunicativo tra governance e utente finale.

L’opportunità è data proprio dalla digitalizzazione che offre la possibilità di creare una relazione nuova con il cittadino/paziente che viene indirizzato in tutti gli step di cura:dalla informazione, alla prevenzione fino alla vera e propria presa in carico.

“Quando parliamo di umanesimo digitale stiamo parlando di non aggressività digitale” – prosegue Marottoli – significa proporre soluzioni tecnologiche, tecnicamente anche molto complesse, comprensibili a una popolazione diffusa che non è fatta solo da medici e specialisti di settore. Un esempio sono le app che, se correttamente progettate, sono anche facilmente fruibili da chi ha un basso grado di alfabetizzazione”

E Deda Next sta promuovendo un cambio di prospettiva in questo senso, ponendo il cittadino al centro dell’esperienza digitale. E’ fondamentale rendere la sanità digitale accessibile a tutti, attraverso un linguaggio, un metodo, una tecnologia che renda l’esperienza user friendly.

“Il principale valore sta nel fatto che ogni persona viene vista come paziente unico dal SSN, che io vada dal mio medico di base in Sicilia o che debba andare al pronto soccorso per una visita di controllo in Piemonte, sono una persona=un paziente. Tutto di guadagnato anche per il cittadino che può finalmente avere una visione unitaria del suo stato di salute” – precisa.

Il caso della ASL Cuneo2 di Alba e Bra

Ma come Deda Next è intervenuta a supportare i territori secondo il principio ispiratore della interoperabilità?

Ne è un esempio il lavoro svolto per la ASL Cuneo2 di Alba e Bra dove è stata  progettata una soluzione che ha permesso lo scambio di informazioni tra le diverse organizzazioni aziendali sulla base di un approccio data driven tramite cruscotti dedicati.  

In particolare, la ASL aveva necessità di riorganizzare il sistema di reporting economico attraverso la digitalizzazione dei processi che prima erano affidati a una gestione solo parzialmente informatizzata. E proprio per migliorare servizi e standard assistenziali la ASL CN2 ha affidato a Deda Next l’evoluzione del proprio sistema di Controllo di Gestione.

Partendo dagli obiettivi e dai KPI, Deda Next ha sviluppato un modello di analisi performante rispetto alle richieste di valutazione e monitoraggio dei risultati attraverso il potenziamento della gestione delle informazioni e abilitando un sistema di Controllo di Gestione fuori dalla logica dei Silos in cui, grazie alla partecipazione di tutti i responsabili, venissero garantiti standard elevati di performance assistenziale.

L’ASL di Lecce: la gestione documentale digitale

La soluzione scelta dalla ASL di Lecce, ribattezzata DocuSan, nasce dall’esperienza e dalla competenza di Deda Next sui temi legati ai sistemi informativi documentali e sviluppata con l’applicativo proprietario Folium. E’ una soluzione modulare che con lo stesso framework dà la possibilità di governare il dato in ogni fase del ciclo di vita. E questo in conformità a una serie di skills come interfacce user friendly, interoperabilità, grafica intuitiva, conformità alle normative vigenti e modularità.

Questo sistema ha consentito di superare la logica dei silos permettendo l’accesso ai dati in maniera semplice ed efficace. In questo modo sono migliorati i sistemi di gestione relativamente al controllo di produzione, costi, utilizzo del dato e rendicontazione dei flussi sanitari. A oggi il sistema di reporting è ampiamente utilizzato, passando da 3 a 14 cruscotti di analisi e coinvolgendo 100 utenti attivi.

In particolare, partendo dall’esigenza di sostituire il sistema di gestione documentale e protocollo informatico e digitalizzare i processi all’interno del sistema informativo sanitario, Deda Next è intervenuta con la metodologia Agile SCRUM, molto utile e flessibile, che ha visto la partecipazione attiva dei referenti ASL in un ambiente di simulazione, nelle attività di configurazione, personalizzazione e consolidamento delle scelte architetturali. Il tutto è stato reso possibile grazie a un cruscotto dedicato e alla condivisione delle scelte di implementazione dei workflow.

In questo modo è stato creato anche un Archivio Unico della documentazione amministrativa, un repository certo e trasparente. La flessibilità di questa soluzione modulare ha facilitato protocollazione PEC, azzeramento dei margini di errore e tempestività nelle risposte all’utenza finale.

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